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City-Inter, Dzeko o Lukaku? La questione è anche tattica e strategica. È un sacrilegio…

A dodici giorni dalla finale di Champions League, il grande dubbio di Simone Inzaghi è sempre lo stesso

A dodici giorni dalla finale di Champions League, il grande dubbio di Simone Inzaghi è sempre lo stesso: Dzeko o Lukaku dal 1'? La scelta non dovrebbe nemmeno essere così difficile guardando il Big Rom delle ultime settimane, ma il tecnico nelle grandi serate di Champions ha sempre scelto il bosniaco. "Di sicuro relegare un Lukaku così in panchina è un sacrilegio e un controsenso: l’Inter lo ha aspettato per un anno intero e, ora che «finalmente è atterrato a Milano», come ha scritto il sarcastico Bastoni sotto quel post, sarebbe insensato farne a meno. Tanta fatica per niente? Che poi niente non è la parola corretta: il punto non è se Lukaku gioca, ma se lo farà dall’inizio. La questione è anche tattica e strategica", spiega Libero.

"I primi trenta minuti saranno probabilmente decisivi. Il Manchester City proverà a imporsi, sapendo che una volta sbloccata, la partita sarà in discesa, e l’Inter dovrà resistere all’urto iniziale. Vuol dire che avrà un baricentro basso e molto campo davanti, l’ideale per le corse potenti di Lukaku. Ma è anche vero che, dovesse la partita rimanere in equilibrio fino all’inizio del secondo tempo, il belga potrebbe essere l’arma perfetta in corso d’opera. Il City a quel punto sarebbe più stanco e nervoso per non aver ancora ipotecato la finale e potrebbe sbilanciarsi, offrendo ancor più campo ad un fresco Lukaku".

"In Champions la gerarchia di Inzaghi è chiara e la strategia è Lukaku per Dzeko intorno al 70’. Ad oggi è probabile sia così anche in finale, con il bosniaco usato come rifinitore per le ripartenze nella prima ora di gioco e il belga come distruttore nell’ultima mezz’ora, sperando di arrivarci con il risultato in equilibrio. Inzaghi non ci perderà il sonno, ma dieci notti portano consiglio. Soprattutto quando la Lula, lassù, è piena".

(Libero)