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Condò: “Il derby del 22 aprile è più importante per Pioli e non per Inzaghi perché…”

Matteo Pifferi Redattore 
"Derby è la parola chiave per comprendere perché Simone Inzaghi sia stato a lungo costretto a rincorrere il consenso dei tifosi", sottolinea Condò

Intervenuto sulle colonne di Repubblica, Paolo Condò ha parlato così di Inter e Milan in vista dei prossimi impegni delle due squadre, con il derby che potrebbe anche essere quello decisivo per l'assegnazione dello scudetto ai nerazzurri:

"Questa è la quarta stagione dopo il dominio eccezionalmente duraturo (9 anni) della Juve, e per la terza volta — a meno di improbabili sorprese in volata — Milano occuperà i primi due posti della classifica. Nel 2021 l’Inter precedette il Milan, nel 2022 le parti si invertirono e vinse il Milan, quest’anno l’Inter ha rimesso la testa davanti: e lo stesso 2023 non è stato un anno flop visto che le milanesi, per quanto attardate in campionato, si spinsero fino allo storico derby in semifinale di Champions. Derby è la parola chiave per comprendere perché Simone Inzaghi sia stato a lungo costretto a rincorrere il consenso dei tifosi (e dei dirigenti): la dinamica del match perduto per la doppietta di Giroud, cambi compresi, fu un capo d’imputazione severo. Molto peggio è andata a Stefano Pioli, che avendone persi cinque di fila deve ancora rimontare una parte significativa dell’umore popolare: e sì che quest’anno, una volta assemblata la rivoluzione di mercato, il Milan fila che è un piacere vederlo, vicino alla velocità dell’Inter e addirittura un punto sopra il ritmo-scudetto di due anni fa. È per questo che il derby del 22 sarà perfino più importante per lui, rispetto alle motivazioni del collega che conta di vincerci il primo scudetto della sua carriera"

"Pioli ha bisogno di un successo per riconciliarsi col settore più viscerale del tifo, quello per il quale la stracittadina viene prima di tutto. E questo malgrado Milano non sia Roma, dove il veleno della gara più sentita dell’anno è tracimato un’altra volta fuori dal campo in una guerriglia urbana su appuntamento: centinaia di giovani sono convenuti nel luogo stabilito per darsele di santa ragione, in un tripudio di simboli neri e antisemiti, e con i soliti noti a dirigere le operazioni. Il problema è molto più ampio di una partita, ma visto che in aprile si parla di derby (dopo Roma verranno Torino e appunto Milano) amareggia come una gara bellissima per il suo portato emotivo — gli ironici sfottò tra amici di fedi opposte fanno parte dei piaceri della vita — venga sfigurata dai violenti. La gioia di De Rossi con la dedica al padre e dall’altra parte il tramonto di una grande generazione laziale sono storie umane prima che sportive, tranche de vieche spiegano il fascino del calcio. Meriterebbero l’intera ribalta"

 

 



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