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Sacchi: “Pioli? Mi spiace: un miracolo con lo scudetto, Milan non aveva risorse di altri club”

Andrea Della Sala Redattore 
L'ex tecnico, intervenuto sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato del futuro di Pioli e del probabile cambio in panchina

L'ex tecnico Arrigo Sacchi, intervenuto sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha parlato del futuro di Pioli e del probabile cambio in panchina:

Pare proprio che l’eliminazione dall’Europa League sia costata la panchina a Stefano Pioli. La cosa mi dispiace, perché considero Stefano un bravo allenatore e una brava persona che, due anni fa, ha compiuto una specie di miracolo vincendo lo scudetto con una squadra che non era certo stata costruita con le risorse economiche impiegate da altri club. Inoltre guidare una squadra piena di stranieri, in Italia, è molto complicato. Dunque, alla fine di ogni ragionamento, mi pongo la seguente domanda: gli acquisti dell’estate passata sono tutti farina del sacco di Pioli, oppure c’è anche la mano di dirigenti che allenatori non sono? Se questi giocatori li ha voluti tutti Pioli, allora mi arrendo.

Si fa il nome di Lopetegui. Non lo conosco benissimo, l’ho seguito quando ha guidato la Spagna, durante la sua breve esperienza al Real Madrid e quando ha allenato (con successo) il Siviglia. Tuttavia mi sento di dire una cosa: gli allenatori stranieri, ultimamente, non hanno quasi mai incantato in Italia. E se andiamo indietro nel tempo e pensiamo agli anni eroici di Helenio Herrera, dobbiamo ricordare che anche uno come il Mago, che era il Mago, ha impiegato tre anni prima di vincere qualcosa, e la critica e il pubblico lo volevano mandare via. Il calcio in Italia è molto difficile: è uno sport che, purtroppo, viene interpretato in modo difensivo, c’è più tattica che strategia, servono elementi affidabili per riuscire a ottenere grandi risultati.

I dirigenti del Milan di oggi, quindi, devono prendere un allenatore e assecondarlo nelle richieste di acquisti e di cessioni, ovviamente compatibilmente con il budget messo a disposizione dalla società. Che i dirigenti non si mettano in testa di voler fare gli allenatori, perché non lo sono, e che non vogliano scegliere e comprare i giocatori da consegnare al tecnico. Sarebbe un errore gravissimo. Gli uomini con cui dovrà lavorare li deve scegliere l’allenatore, in base alle loro qualità tecniche e, soprattutto, in base alle loro doti caratteriali. Altrimenti si continua a voler inseguire il successo attraverso un metodo sbagliato. La chiarezza dei rapporti e dei ruoli, e il loro rispetto, all’interno di una società di calcio come anche di un’azienda, sono basilari per ottenere risultati importanti. Senza di essi è difficile raggiungere il traguardo.



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