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Inzaghi, la Champions non basta: summit notturno con la dirigenza. Destino legato al 4° posto

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Il tecnico non riesce a motivare i giocatori per le gare di campionato e ora il quarto posto è sempre più a rischio

L'Inter continua a viaggiare ad alti e bassi. Malissimo in campionato, dove ieri ha rimediato l'undicesima sconfitta, benissimo in Champions dove mercoledì riparte dal 2-0 a San Siro contro il Benfica. Un cammino più che deludente in Italia che rischia terribilmente di compromettere la partecipazione alla prossima Champions League.

"È la solita vecchia, triste storia. Quella delle due Inter, creature misteriose e inconciliabili. Bisogna scordarsi della squadra baldanzosa che sogna la Champions perché, appena incontrano le vie di casa, i nerazzurri perdono colore, energia, coraggio. E la sconfitta arriva con una continuità che sconvolge. Una sequenza inaccettabile e la delusione di San Siro, espressa con fischi sonori da tutto lo stadio, curva Nord esclusa, non può essere mitigata dalla gloria europea. I due percorsi sono separati e devono restare tali. Del resto, per la stessa società è la Serie A il tribunale unico di questa stagione, a meno che la Coppa più importante il 10 giugno non venga davvero portata a Milano", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"L’eventualità è ancora lontana, meglio soffermarsi quindi sull’ennesima delusione bruciante in campionato. Ha portato la dirigenza e l’allenatore a un lungo colloquio fino a oltre mezzanotte nella pancia del Meazza, quando la squadra era già a casa da un po’. I problemi sul tavolo sono tanti, inevitabile parlarne a caldo visto l’impegno di mercoledì in Champions. Simone Inzaghi sa che il suo destino per la stagione 2023-24 è, comunque, legato al raggiungimento del quarto posto, ma la squadra si sta complicando la vita dannatamente. E così, mentre il terreno trema sotto ai piedi, il tecnico è entrato dentro ai motivi della crisi già prima del summit notturno. Ha ribadito come la partita col Monza sia la "fotocopia di tante altre".

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"Una squadra che possa davvero essere considerata grande non può limitarsi solo a certi lampi di Champions, anche se abbaglianti come a Lisbona. L’Inter, invece, sembra in completa autogestione, attacca e stacca autonomamente la corrente in base all’avversario. Se il rivale è grande, soprattutto in Europa, tutti corrono e danno il massimo: in quel caso niente è proibito ai nerazzurri, come sa il Benfica. Se, invece, è più umile e… “italiano”, la compagnia va in campo con un filo di gas come col Monza. Anche di questo si è parlato nella notte di San Siro. Tra l’altro Simone, sconsolato da questo saliscendi, aveva ripetuto alla vigilia che il Monza deve essere uguale al Benfica, ma il messaggio non è minimamente passato. È il segno di uno scollamento sempre più evidente, di una incapacità di motivare la squadra nella quotidianità del campionato", chiude Gazzetta.

 

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