CorSera – Inter, scudetto è coronamento di un ciclo: non era la grande favorita eppure…

"Quando una squadra già sicura dello scudetto incontra una squadra non ancora certa della salvezza, allora la squadra già sicura dello scudetto non può stare tranquilla fino in fondo". Apre così l'articolo del Corriere della Sera in merito alla prestazione dell'Inter contro il Cagliari, con i nerazzurri che non sono andati oltre il 2-2 a San Siro. "L'Inter si concede un punto di sosta inaspettato, viene rimontata due volte dal Cagliari e arriva al derby di lunedì prossimo (un inedito assoluto) con l’obbligo di vincere, se vuole festeggiare la seconda stella con cinque giornate d’anticipo e in casa dei rossoneri. E allora, che derby scudetto sia", aggiunge il CorSera.

"La squadra di Inzaghi è comunque pronta a tuffarsi in una notte speciale e a non lasciarsi sfuggire un’occasione irripetibile, ma dovrà fare ben di più rispetto a quello che ha messo in campo in questo trittico con Empoli, Udinese e Cagliari, nel quale non sempre si è rivelata all’altezza della sua fama e della sua fame scudetto. Dopo la vittoria al 95’ in Friuli, l’Inter senza Lautaro e Pavard squalificati infatti tira un po’ troppo la corda anche contro una squadra che è al massimo della sua forma ed è arrivata a San Siro con tre pareggi e tre vittorie nelle ultime

sei partite", commenta ancora il quotidiano che poi chiosa così:

"Se è vero che il pareggio è vitale per il Cagliari e tutto sommato è indolore per l’Inter, è anche vero che arrivare al derby con due risultati a disposizione sarebbe stato meglio per Inzaghi, che con questi due punti lasciati per strada con qualche superficialità difensiva di troppo rinuncia anche alla folle corsa per il record di 102 punti, che appartiene alla Juve di Conte del 2014 e non è raggiungibile. La cavalcata tricolore è arrivata comunque in prossimità del traguardo con velocità disarmante e l’Inter sogna di regalarsi un atto finale esaltante, memore del k.o. in volata di due anni fa coi rossoneri, delle critiche feroci della scorsa primavera, ma soprattutto come coronamento di un ciclo che ha già portato cinque trofei e una finale di Champions. Non male, per una squadra che in estate ha cambiato metà della rosa e non era considerata la grande favorita"

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