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Dallera: “Lautaro e Leao disegnano la linea del piacere del calcio. Inzaghi…”

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"L’argentino segna una doppietta, non si ferma più, si diverte in questa Inter dai mille volti di Inzaghi", scrive Dallera sul Corriere della Sera
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto sulle colonne del Corriere della Sera, Daniele Dallera, giornalista, ha commentato così il rendimento di Lautaro Martinez e di Rafael Leao:

"Lautaro & Leao, la L&L società fantasiosa in un mondo del calcio che si divide, che vive su fronti opposti, Inter e Milan, rivali da sempre e per sempre, com’è giusto che sia. Ma quei due disegnano la linea del piacere del calcio. L’argentino segna una doppietta, non si ferma più, si diverte in questa Inter dai mille volti di Inzaghi, sempre più trasformista e sempre più padrona di uno scudetto che pare impossibile possa sfuggirle. Leao contro l’Atalanta firma una settimana memorabile, fuori e dentro il campo. Iniziamo dal fuoricampo, dove svela sui social la piccineria e la volgarità di un hater che lo insulta, che lo vuole offendere, senza riuscirci. Fa capire al portatore malato di odio, dandogli una lezione, quanto sia misera la sua mente. Contro l’Atalanta ha fatto vedere quanto possa essere grande e al centro del gioco, dal primo all’ultimo minuto, non soddisfatto di un gol capolavoro: ha cercato di segnare e di far segnare fino all’ultimo, superando la rabbia per un rigore gentilmente concesso all’Atalanta dall’arbitro Orsato"


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"Abbia pazienza il Milan, società che progetta il futuro, resista e non accolga offerte, anche se a prima vista indecenti. Il futuro può sicuramente essere uno stadio nuovo, ma deve contemplare anche Leao: vederlo a Parigi, magari al posto di Mbappé (non si facciano confronti e paragoni affrettati) sarebbe una stonatura. Chi ha rischiato la stecca è stata la Juve, ha aggiustato ritornello e rima al 95’: segnare e vincere alla sirena vuol dire fatica, ma non è una colpa. Tutt’altro, significa anche non mollare mai e possedere personalità, che si chiama anche in modo diverso frequentando gli spogliatoi. La Juve è lontana mille miglia da ogni sogno scudetto, figuriamoci dal pensiero o da qualsiasi piano sempre negato con coerenza da Max Allegri, così preso di mira da chi con fastidio vive la sua permanenza sulla panchina della Juve. Non si può piacere a tutti, importante è avere feeling con la proprietà e con chi governa la società dopo la rivoluzione che ha chiuso per sempre un passato oscuro. Ma c’è l’atmosfera giusta tra tecnico e società?"

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