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Champions, Inter e Arsenal le squadre più cresciute. Inzaghi diverso, libero da integralismi

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Dopo aver raggiunto la finale nella scorsa Champions, l'Inter non si pone limiti e spera di andare il più avanti possibile
Andrea Della Sala Redattore 

Riparte la Champions e saranno impegnate dalla prossima settimana anche Inter, Napoli e Lazio, qualificatesi agli ottavi. I nerazzurri se la vedranno con l'Atletico Madrid, i biancocelesti con il Bayern e i partenopei col Barcellona.

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"Semplice da dire: Inter più forte sull’Atletico, Napoli sotto il Barça, Lazio da missione impossibile col Bayern. Si comincia con Sarri contro Tuchel nel momento migliore: dopo la sosta invernale, i tedeschi sono caduti con il Werder, che non vale la Lazio, e sabato il Leverkusen, ko terribile. La leadership in Bundesliga è stata messa in discussione dal Borussia l’anno scorso e ora sembra persa. C’è una corrente anti Tuchel. La Lazio può puntare sull’aspetto psicologico, non avendo niente da perdere. Meno rassicurante la situazione del Napoli: quello di Spalletti non esiste più, da Garcia a Mazzari non è cambiato molto se non il sistema tattico, e l’unica cosa positiva è stata trovare un Barcellona in uno dei momenti più delicati della sua storia. Xavi ha dato le dimissioni a tempo e il Camp Nou è un cantiere. Ma servono svolta e scelte definitive. L’Inter è la squadra cresciuta di più con l’Arsenal, ha la consapevolezza di essere più forte, resistere al City ha fatto scattare la molla. Pochi però conoscono i meccanismi nerazzurri come Simeone: se Morata è out, sarà altra vita", scrive La Gazzetta dello Sport.


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"Se Inter e Arsenal sono tornate al vertice è anche grazie ai tecnici. Arteta era un predestinato, ora sembra aver acquistato concretezza (e ha una grande squadra). Inzaghi è un altro. S’è liberato di integralismi. Ha avuto il coraggio di affidarsi alla manovra tecnica, senza rinunciare alla componente fisica. Fa crescere i giocatori. L’Inter è un macigno difficile da spostare anche per Guardiola. E il 3-5-2, a confermare la teoria che c’è vita oltre i numeri, è diventato offensivo e dominante territorialmente. Inzaghi e Arteta lanciano la sfida ai mostri Guardiola (3 successi) e Ancelotti (4), il poeta e il contadino del calcio moderno, espressione per definire il loro genio così lontano e vincente. In ribasso Tuchel e Luis Enrique (Psg)", aggiunge Gazzetta.

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