Mateo Kovacic, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, contro il Real Madrid ha superato l’esame da regista. Nonostante di fronte avesse una delle squadre più forti al mondo, il numero 10 nerazzurro ha brillantemente superato la prova.
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Ciak si gira: Kovacic promosso da regista. Melo ha senso? Il rischio di Mateo…
Mateo Kovacic, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, contro il Real Madrid ha superato l’esame da regista. Nonostante di fronte avesse una delle squadre più forti al mondo, il numero 10 nerazzurro ha brillantemente superato la...
Tosto il giusto, vedi i tanti tackle. Con senso della posizione. E senza rinunciare alle sue accelerazioni e verticalizzazioni. Pronti via e il 20enne ha piazzato uno strappo centrale di 60 metri palla al piede, allargando al limite dell’area per Palacio con il quale il triangolo gol non si è chiuso per una questione di centimetri. Da una sua bellissima percussione è arrivato anche il primo tiro in porta dell’Inter, giusto allo scadere del tempo. Mateo insomma piace e si piace. Forse a volte anche troppo, come quando ha innescato il raddoppio spagnolo a inizio ripresa cercando una giocata da quel fuoriclasse che diventerà. Ma il colpo di tacco al limite della propria area è diventato harakiri. Peccati di gioventù, si dice in questi casi.
Quei peccati che nella passata stagione ai Mancio boys sono costati punti su punti. Tanto che viene da pensare alla famosa necessità di un leader che trascini i compagni nei momenti di difficoltà.
Ma il problema è ora un altro: se credi davvero al Kovacic regista, tatticamente che senso ha puntare su Felipe Melo? Senza dimenticare che sta per tornare il Pitbull Medel. E che cresce benissimo anche Gnoukouri, 18enne che non smette di stupire. Tanto che ieri quando è entrato lui Kovacic si è spostato prima da interno sinistro poi, con l’ingresso di Guarin, sulla trequarti.Ora, il rischio di Mateo è proprio questo. A furia di dire che può giocare in qualsiasi posizione, rischia di non riuscire a esplodere in nessuna. Per ora la certezza è che rimane più eccitante in campo che a parole.
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