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Polveriera Inter, fonte interna rivela: “Ci sono tre bande. Zero i rapporti con Spalletti e Icardi…”

Oltre il caso Icardi, l'Inter è divisa in tre anime e la conferma è diretta

Eva A. Provenzano

Il quotidiano La Repubblica torna sul caso Icardi e al di là di quello parla di un'Inter divisa, spaccata in tre anime. Significativa la parte in cui si parla della decisione di togliere la fascia a Maurito. Da quanto scrive il giornale non è stato il gruppo a chiedere a Spalletti di sollevare l'argentino dall'incarico di capitano. Questo quanto si legge nell'articolo firmato da Marco Mensurati: "Icardi vive la decisione come un’onta. Chiede spiegazioni alla società. «Una scelta di Spalletti», è la risposta. Il tecnico lascia capire che glielo ha chiesto lo spogliatoio dopo le parole di Wanda Nara, ma da dentro lo spogliatoio arrivano solo smentite. «Non glielo ha chiesto nessuno di noi - rivela a Repubblica una fonte interna -. Lo spogliatoio è diviso in tre bande: italiani, sudamericani e slavi. I rapporti di Mauro sono buoni con tutti ad eccezione di Perisic, Brozovic e Handanovic. Lo stesso non si può dire di Spalletti». 

Insomma, qualcuno di vicinissimo all'Inter avrebbe parlato con questo giornalista e avrebbe spiegato anche che il caso Icardi è il prodotto della "la balcanizzazione dell’Inter". «Un processo - spiega una fonte interna alla società ormai in stato avanzato e irreversibile». Lo scenario, secondo la fonte, è quello di un club in balìa di un gruppo di dirigenti per troppo tempo privo di una guida univoca, una scacchiera in cui ogni pezzo, per mesi, si è mosso seguendo «una propria agenda non necessariamente coincidente con gli interessi della società»".

LA RICOSTRUZIONE - Quella che fa La Repubblica parte dall'estate scorsa quando pare che Icardi fu proposto a mezza Europa e anche alla Juventus e si era parlato di uno scambio con Higuain più soldi ma non se ne fece nulla perché Maurito non era d'accordo e poi i bianconeri erano andati su CR7. E così l'argentino è rimasto all'Inter. Dopo qualche mese di tranquillità sono scoppiati due casi, quello di Nainggolan e quello di Perisic: "Il belga, fortemente voluto da Spalletti, dopo una serie di prestazioni al di sotto delle attese, dichiarò di voler rientrare nella Capitale, e cominciò a presentarsi in ritardo agli allenamenti e a mostrare un profilo professionale non proprio all’altezza. Tanto che Spalletti stesso lo richiamò all’ordine. L’incidente rientrò rapidamente, dopo una multa da 100mila euro. Il croato chiese alla società di essere ceduto. Anche in questo caso la crisi rientrò, non prima però che il giocatore fosse riuscito a porre al club un insolito aut aut: «O me o Icardi», disse confermando quanto tutti sapevano e cioè che i rapporti tra di loro erano pessimi".

IL RUOLO DI WANDA -"Probabilmente nel tentativo di "stanare" il club si lascia andare a una serie di dichiarazioni a dir poco infelici. La più controproducente di tutte è quella che coinvolge lo spogliatoio. Il 14 febbraio, con un blitz che ancora oggi sa di autogol, la società decide di togliere la fascia a Icardi e di darla al portiere Handanovic", scrive Mensurati.

SPALLETTI, DURO CONFRONTO CON ICARDI - Ci sono altre frasi che Repubblica assegna alla fonte all'interno dello spogliatoio dell'Inter. Un altro virgolettato: «Icardi era infastidito dai toni che stava usando Spalletti nel criticare i compagni e gli chiese di moderarli. Anche perché venivamo da una vittoria e non c’era motivo di essere così isterici. La reazione fu violentissima». In sostanza si parla di un rapporto tra l'allenatore e i giocatori ridotti al lumicino e di un faccia a faccia, avvenuto prima della decisione di togliere a Maurito la fascia da capitano. Quando gli è stata tolta per lui "è stato come subire un'onta e ha per questo spesso mandato messaggi alla società sottolineando "di avere il "record" del 97,5% di allenamenti svolti puntualmente, a dimostrazione della sua professionalità, ma non serve a nulla. Spalletti è irremovibile. E il club - con la squadra in piena corsa per la zona Champions non ha la forza di intervenire".

BALCANIZZAZIONE - Su Repubblica si legge ancora: "Il ds Piero Ausilio, da sempre molto legato al "clan" degli slavi, è stato depotenziato dall’arrivo di Marotta, si sente minacciato, e da tempo sta cercando un’altra squadra. Sulla sua immagine pesa, ad esempio, la cessione di Zaniolo alla Roma. Fosse per lui la soluzione migliore sarebbe lo scambio Icardi-Dybala e tutto sommato la crisi presso i tifosi che sta attraversando il centravanti argentino potrebbe anche tornare utile. Ma non può ammetterlo. Marotta, dal canto suo, ha subìto la decisione di Spalletti e adesso è diviso tra la paura di sembrare debole e la consapevolezza che il club è finito in un cul de sac: più passa il tempo e più il principale asset del club perde valore".

IL RUOLO DI STEVEN ZHANG - La trattativa per il rientro di Icardi in gruppo è ancora in piedi. Marotta parla con Nicoletti ma sta cercando di coinvolgere anche il presidente "che, contrariamente a quanto messo in giro da alcuni manager nerazzurri, non lesina segnali di pace nei confronti di quello che considera «un asset strategico del club». Icardi è quasi convinto e comincia a considerare l’ipotesi di mettersi a disposizione anche senza la restituzione della fascia, solo per la maglia". 

(Fonte: La Repubblica 16-3-2019)

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