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Inter- Juve: trova le differenze

di PAOLO QUAGLIA Sono nato in quartiere periferico di Milano. Come tutte le periferie a volte alcuni ” scambi di idee ” con i mafiosetti del luogo erano parte della vita stessa . L’omertà in alcuni casi regnava sovrana , nessuno...

Alessandro De Felice

di PAOLO QUAGLIASono nato in quartiere periferico di Milano. Come tutte le periferie a volte alcuni " scambi di idee " con i mafiosetti del luogo erano parte della vita stessa . L'omertà in alcuni casi regnava sovrana , nessuno si sarebbe permesso di denunciare alle autorità competenti questo manipolo di manigoldi; che aveva creato un vero e proprio apparato di microcriminalità volta a privare i più giovani delle mancette a fatica raccolte dai parenti. Bullismo , furtarelli, scherno, maleducazione. Il sistema di questi delinquenti offriva di tutto verso persone di 13 anni che desideravano solamente vivere una vita serena da adolescenti.

Ed erano così bene organizzati che , dimostrando uno spirito impreditoriale criminoso non indifferente, i pubblici ufficiali della zona venivano " coccolati " dai delinquentelli di turno. Aperitivi, videocassette , qualche soldino (forse sottratto) ci scappava sempre per i vigili di zona . Poca cosa certo , ma erano i figli dei professionisti, chissà quante cose ci scappavano dal marsupio dei gangster senior.

Quindi ricapitoliamo , qualcuno comandava questa periferia , tutti lo sapevano e facevano finta di niente. La polizia era cosa loro, chiudeva gli occhi  o voltava lo sgurado dalla parte opposta.  Tutti chiamavano gli agenti, una parte per corromperli ulteriormente e perpetuare questo giro sporco , l'altra per denunciare una serie di reati, che per altro erano sotto gli occhi.

Le forze dell'ordine però, rispettavano molto i gangster senior e junior , mentre schernivano e prendevano in giro  , non curandosi delle loro lamentele legittime , i prevaricati  senza motivo. Questo sistema ha inficiato per anni il corretto svolgimento della vita in quella parte di città, poi come tutti i malviventi prima o poi il gioco finisce e la punizione è dietro l'angolo.

Mille scuse , i gangster pagarono le loro malefatte ammettendole immediatamente tutte . Ma , a distanza di anni , quando senza truccare le carte , la vita non era costellata di vittorie per i malviventi e non potendo , poverini, più difendersi provarono a coinvolgere anche le persone che nulla avevano a che fare con loro. Come? Inventandosi amicizie particolari tra gli onesti e la polizia, dopotutto chiamavano anche loro,qualche sciacallo dei media ha anche creduto a queste menzogne. Ora gli uomini che leggono di buona volonta e di una scolarizzazzione che và oltre la 3 elementare risolvano questo quesito.

Una persona telefona alla polizia per denunciare un furto , quell'altra per corrompere le forze dell'ordine . Sapendo che entrambi hanno fatto quella telefonata,  qual'è la differenza tra le due intenzioni?

Vi ho raccontato una favola noiosa, ogni riferimento è puramente casuale e non esiste il desiderio di accostare la storia di cui sopra, ai recenti accadimenti della giustizia sportiva. E' un divertimento tipo settimana enigmistica , la cui soluzione spero sia palese.

La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.(Paolo Borsellino)La mafia ha diversi significati.