Anche il quotidiano Libero battezza la "rinascita" di Ricky Alvarez. «C’era una volta un fenomeno da avanspettacolo, Ricardo Alvarez detto Ricky: impresentabile, inadeguato, lento come la Quaresima, fastidioso, senza attributi, pagato un sacco di quattrini al Vélez Sársfield e non si capisce perché, abbaglio estivo destinato al massimo a pulire le scarpe a dio Wesley Sneijder. C’era una volta e ora non c’è più (forse). L’argentino bollato con la dicitura “bidone acquistato da quel fesso di Branca”, improvvisamente s’è svegliato: primo gol ufficiale martedì con la maglia dell’inter (e qualificazione agli ottavi di Champions conquistata con un turno di anticipo: gran lusso), prime prestazioni convincenti dopo quella di sabato contro il Cagliari. Una rondine non fa primavera, ma due quasi e l’atteggiamento in campo del giocatore (sicuro di sé, concentrato, propositivo, piccolo leader di soli 23 anni) fa ben sperare.È presto, prestissimo per dire se i nerazzurri hanno trovato un degno sostituto dell’infortunato Wesley, ma certo mister Ranieri può iniziare a fregarsi le mani: i tifosi (che non l’hanno mai mollato anche nei momenti peggiori) lo osannano, i compagni lo assecondano forse anche perché sanno di avere a che fare con un nazionale argentino (prima convocazione il 18 agosto 2011 per le amichevoli contro Venezuela e Nigeria, debutto il 2 settembre proprio contro il Venezuela). Ora, “i visionari” dicono che siamo di fronte al nuovo Kakà e il paragone appare quantomeno esagerato, di sicuro Ricardo è un interista doc se è vero come è vero che suo padre Carlos, simpatizzante nerazzurro da sempre, gli regalò da bambino la maglia griffata “Fiorucci”.
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Libero: «Alvarez da rospo a principe. Diventerà un campione?»
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