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Boninsegna ricorda Anastasi: “Prima rivali, poi amici. Quello scambio con Inter e Juve…”

L'ex attaccante dell'Inter parla così dell'amico-rivale, deceduto nella giornata di ieri

Fabio Alampi

In una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Roberto Boninsegna ha voluto ricordare Pietro Anastasi, scomparso nella giornata di ieri dopo una lunga battaglia contro lo Sla.

L'aggressione all'arbitro Bernardis e la squalifica che costò l'esclusione dall'Europeo.

In verità io fui spinto addosso all'arbitro da tre o quattro furibondi compagni, tra i quali Riva... Diciamo che pagai per tutti. Ma in Nazionale con una squalifica del genere sul groppone non mi vollero e così, purtroppo, saltai l'Europeo: al mio posto venne chiamato il ventenne Pietro, che decise con un suo gol, insieme col nostro Gigi, la finale bis contro la Jugoslavia.

Due anni dopo giocò lei il mondiale messicano al posto di Pietro.

Alla vigilia della spedizione mondiale in Messico, Anastasi dovette subire un intervento chirurgico e non riuscì a recuperare in tempo. Con la squadra che era già partita, il commissario tecnico Ferruccio Valcareggi chiamò me e Pierino Prati al suo posto (rinunciando al centrocampista Giovanni Lodetti ndr). Poi mi scelse come partner di Riva e così potetti giocare quell'Italia-Germania 4-3 diventato leggendario.

Ed eccoci al terzo incrocio: lo scambio di centravanti tra Juve e Inter, le grandi rivali.

Dopo il passaggio dal Cagliari all'Inter io credevo di chiudere in nerazzurro la mia carriera. Invece nell'estate del 1976 vengo chiamato dal presidente Fraizzoli che mi comunica di avermi ceduto alla Juventus in cambio di Anastasi. All'epoca c'era il vincolo a vita per i giocatori e quindi non potetti rifiutare.

Fu una vicenda di mercato che fece epoca.

Già. E devo dire che alla fine andò meglio a me che con la maglia della Juve vinsi due scudetti da titolare più la coppa Italia e anche la coppa Uefa mentre Pietro in nerazzurro conquistò soltanto una coppa Italia.

Ne avete mai parlato fra voi?

Sì, certo. Ci ritrovammo per combinazione nell'estate del 1990 in Sicilia, a Pollina, in vacanza, e da quel momento diventammo amici. Ricordammo, ridendoci su, quello scambio che stupì tutta l'Italia. Oltretutto io ero tifoso nerazzurro e lui tifoso bianconero... Il calcio è davvero strano.

Nel Mondiale 1974 eravate assieme in azzurro.

Avevo segnato 23 gol, tantissimi, con la maglia dell'Inter in quel torneo, però Valcareggi faceva giocare Giorgio Chinaglia (che in quel campionato con la maglia della Lazio si impose nella classifica cannonieri con 24 reti ndr) in coppia con Pietro. Così ci è capitato di giocare assieme solo mezza partita insieme. Entrai nel secondo tempo della sfida decisiva contro la Polonia, proprio al posto di Chinaglia. Stavamo già perdendo 2-0, e non riuscimmo a rimontare.

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