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Tuchel: “Lukaku? Finora il matrimonio non è andato bene ma crediamo ancora in lui”

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L'edizione odierna di Repubblica riporta alcune dichiarazioni di Thomas Tuchel alla vigilia del match col Southampton

Matteo Pifferi

L'edizione odierna di Repubblica riporta alcune dichiarazioni di Thomas Tuchel a margine della conferenza di vigilia verso la sfida al Southampton.

Tuchel, ha ancora i fantasmi della serataccia di mercoledì?

«Sono stato sveglio tutta la notte dopo la partita. Me la sono rivista in tv, mangiando cioccolata, mentre prendevo appunti. Ma ero così furioso che ogni tanto ho dovuto fare una pausa in cucina. La mattina dopo mi sono svegliato. Ho rivisto il match».

E cosa è successo?

«Ero di nuovo una furia».

Come si spiega una performance così disastrosa?

«L’ho capito dal primo minuto. Non occupavamo gli spazi, né facevamo i movimenti giusti. Abbiamo difeso male, attaccato male, non abbiamo mai preso il giusto ritmo né l’intensità. Spesso fuori posizione, abbiamo sbagliato cose elementari, come il terzo gol subito. Diverse prestazioni individuali non sono state all’altezza. Sono rimasto molto sorpreso. Ma capita».

E la squadra come ha reagito alla sua furia?

«Ieri l’ho detto ai ragazzi. In genere discutiamo. Stavolta ho parlato solo io. Ho cercato di dare una scossa. Non è normale giocare così contro il Real Madrid. Non è normale. Ero deluso e arrabbiato. Ma supereremo questo momento».

Come hanno reagito i giocatori?

«Hanno reagito bene ma ora me lo devono dimostrare. Ngolo è in Ramadan e questo lo ha un po’ indebolito. Romelu ha un fastidio al tendine di Achille. Ma non sono i soli, e ciò influisce sul gruppo. Capita di essere sfiniti: siamo la squadra che ha giocato più partite e supplementari nell’ultimo anno. Forse ci è mancata la lucidità e la mentalità di lottare su ogni palla. Ma bisogna superare la stanchezza, anche mentale. Perciò mi sono fatto sentire: a porte chiuse e a mente fredda le critiche sono migliori. Ma non cercavo colpevoli. Amo questo club e i giocatori».

Anche Lukaku? Il suo arrivo è sembrato destabilizzante, sia dal punto di vista tattico che per suoi comportamenti.

«Non possiamo dare la colpa a Romelu. Tra l’altro, è entrato sull’1-3, anche se poi ha fallito una buona occasione. Lukaku non ci ha destabilizzato. È un professionista e di recente si è allenato molto bene. L’abbiamo comprato perché credevamo e ancora crediamo in lui. Certo, sinora il “matrimonio” non è andato bene. Bisogna ammetterlo. Ma quest’anno abbiamo vinto il Mondiale per club, siamo arrivati in finale di Coppa di Lega, siamo terzi in campionato e ancora ai quarti di Champions. Non è finita. Nel calcio tutto può cambiare in un attimo. Lo stesso per la stagione di un attaccante come Romelu».

Quindi non è più così pessimista per il ritorno di martedì a Madrid?

«Sono molto realista. Almeno non c’è più la regola dei gol fuori casa. Certo, non ricordo chi ha segnato tre gol al Bernabeu di recente».

Beh, la Juventus qualche anno fa. Prima del rigore di Ronaldo al 97’.

«Ah sì. Sarà difficilissimo. Certo, nel calcio niente è impossibile. Ma non voglio essere trascinato nella retorica del miracolo».

Le vicissitudini societarie e del patron Abramovich possono aver influito? È appena arrivata la notizia che la cessione del club è stata rinviata ancora.

«Davvero? Non lo sapevo. In ogni caso, no. Non credo proprio. Sinora non è stato così. Ci alleniamo come sempre qui a Cobham, giochiamo allo Stamford Bridge, ci prepariamo ai match alla stessa maniera. Non deve essere una scusa. Perché per noi non è cambiato niente».

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