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A tutto Alvarez: “Zanetti come un Dio, ma quanti occhi ha Sneijder? Moratti c’è sempre, per Strama grande futuro. Gasp…”

Ricky Alvarez, nel corso di una lunga intervista, ha parlato del suo arrivo all’Inter e della sua esperienza in nerazzurro, toccando numerosissimi temi, dai compagni di squadra agli allenatori avuti, dai suoi idoli al suo rapporto con la...

Daniele Mari

Ricky Alvarez, nel corso di una lunga intervista, ha parlato del suo arrivo all'Inter e della sua esperienza in nerazzurro, toccando numerosissimi temi, dai compagni di squadra agli allenatori avuti, dai suoi idoli al suo rapporto con la società. FCINTER1908.IT ha raccolto le sue parole, a partire dalla "sponsorizzazione" di capitan Zanetti:

"Questa storia che mi ha sponsorizzato Zanetti è vera in parte. Mi ha chiamato un giorno mentre ero in ritiro col Velez e mi ha detto che c'era l'interesse dell'Inter. Avevano chiesto a lui un parere e lui aveva parlato bene di me. Poi è cominciata la lunga trattativa col mio agente. Quando sono arrivato all'Inter, Pupi mi ha detto che gli avevano chiesto un parere su di me. Alla fine la trattativa è andata a buon fine e sono potuto approdare all'Inter.

CAPITOLO SCELTA - "Ho scelto l'Inter perché tutti sanno cosa rappresenta l'Inter a livello mondiale. E' uno dei club più importanti d'Europa e del mondo. Ha contato molto anche la presenza di tanti argentini in squadra, un fatto che mi ha aiutato molto nel periodo di ambientamento. Anche la lingua ha contato, perché l'italiano non è così diverso dallo spagnolo. Ci sono stati più elementi che mi hanno fatto propendere per l'Inter".

AMBIENTAMENTO - "L'Inter ti tratta molto bene quando arrivi. Ti chiamano tutti i giorni, ti chiedono come stai, se hai bisogno di qualcosa. Se arrivi da solo, persone del club ti chiamano, magari ti invitano per una cena, per farti sentire meno solo. Anche per quanto riguarda la lingua, ti lasciano libero di scegliere. Forse non è nemmeno così necessario imparare l'italiano, perché è molto simile allo spagnolo. E poi ci sono gli altri argentini che ti aiutano nell'impararlo. L'Italia è un paese simile all'Argentina e questo ha reso tutto più facile".

L'INTER NEL MONDO - "Mi sono reso conto di cosa rappresenta l'Inter quasi subito, perché appena arrivato ho giocato la Supercoppa in Cina. E lì mi sono reso conto di cosa è l'Inter. Giocavo in uno stadio da 90.000 persone, completamente esaurito. Che una squadra generi questo entusiasmo è impressionante, è una cosa da pazzi. Giocare quella partita mi ha fatto rendere conto di cosa rappresenti l'Inter a livello mondiale.

I COMPAGNI - "All'inizio è stato strano trovarmi con compagni di varie nazionalità, con costumi e abitudini diverse. Ma poi mi sono reso conto che sono persone come tutte le altre. Per fortuna ho incontrato compagni di squadra molto umili e gentili, nonostante siano stelle di caratura mondiale. E nonostante questo ti avvicinano per aiutarti. E sono tutti dei fenomeni".

IDOLI - "Non avevo idoli all'Inter, ma quando sono arrivato c'era Eto'o, che è per tutti uno dei migliori al mondo.C'è Sneijder e ci sono gli argentini. In patria non ci rendiamo conto di quanto siano considerati a livello mondiale. Credo che questo primo anno passato con loro non me lo dimenticherò mai più. Sneijder, per esempio, ha una qualità e una visione di gioco incredibili. E te ne accorgi soprattutto in Italia, dove gli spazi sono minori rispetto ad altri paesi. E' pazzesco, è come se avesse gli occhi dietro la nuca. Ti fa assist che sono impossibili, incredibili anche a guardarli da fuori. Poi c'era Lucio che ha uno spirito da guerriero. La forza con cui partiva palla al piede era incredibile"

MORATTI - "Uno guarda l'Inter da fuori e pensa che non incontrerà mai Moratti, che non lo vedrà mai agli allenamenti. Beh, è tutto il contrario. Moratti c'è sempre, va a tutte le partite, ti saluta nello spogliatoio. I dirigenti li vedi tutti i giorni. In questo senso l'Inter è quasi una famiglia e questo ti mette a tuo agio".

ZANETTI - "Zanetti all'Inter è come un Dio. La gente lo ama, lo adora. E' all'Inter da 17 anni, ha battuto ogni record e ha vinto tutto. Ma, al di là dei successi, quello che lo rende un grande è la persona stupenda che è. Nell'Inter gli argentini si sono guadagnati il rispetto sul campo, non hanno mai smesso di alzare trofei. In Italia vengono considerati ancor più che in Argentina. In Italia sono fenomeni e la gente li considera degli idoli".

STRAMACCIONI - "Stramaccioni, per il poco che è stato con noi (l'intervista risale all'inizio del ritiro ndr) ha dimostrato di essere un tecnico con molta voglia di lavorare, con grandi conoscenze. Lavora benissimo durante la settimana. Lavora benissimo sulla tattica, può diventare un grandissimo allenatore. E' alle prime esperienze nel grande calcio, ma cercheremo di fare bene insieme, così che possa acquistare ancor più prestigio".

GASPERINI E RANIERI - "Gasperini l'ho avuto poco, ma ha provato a far giocare l'Inter con un sistema di gioco a cui non era abituata: difesa a tre e tre punte. La stampa lo ha attaccato, i risultati non sono venuti e ovviamente lui c'ha rimesso. E' rimasto fedele al suo schema, era convinto che potessimo giocare così, ma non ci siamo riusciti e anche noi abbiamo avuto la nostra parte di colpa. E così è dovuto andare via. Poi è arrivato Ranieri, che aveva grande esperienza. Almeno all'inizio le cose erano cambiate con lui e infatti abbiamo vinto il derby".

DANIELE MARI - FRANCESCO PARRONE