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Barella: “Inter il mio presente, dove volevo essere. Ho sempre detto che Stankovic…”

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Si avvicina l’esordio in Champions League dell’Inter. Al Match Day nerazzurro, Nicolò Barella ha parlato così in vista della partita

Alessandro Cosattini

Si avvicina l’esordio in Champions League dell’Inter. Al Match Day nerazzurro, Nicolò Barella ha parlato così in vista della partita in programma questa sera alle 21 contro il Bayern Monaco: ”Le persone che mi stanno intorno sono importantissime perché mi danno la giusta spinta: i miei genitori, mia moglie e le mie figlie”. Se dovessi scegliere tre leggende nerazzurre? Compagno di reparto: "Stankovic". Giocatore da sfidare in allenamento: "Adriano, mi sarebbe piaciuto vederlo mentre si allenava". Compagno di stanza: "Ronaldo, è stato il più forte di tutti”.

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Il percorso

"Nella mia carriera la determinazione è stata fondamentale, mi ha permesso di credere in quello che ero, di crescere e superare gli ostacoli. Il lavoro e soprattutto il sacrificio sono state le basi quotidiane. Le mie radici sono a Cagliari, è la mia città, dove sono nato e cresciuto. A Como ho vissuto la mia prima esperienza fuori casa, lontano dai miei affetti e mi è servito molto sia a livello professionale che privato per crescere e maturare, mentre Milano è il presente, è il posto in cui volevo essere e quello in cui mi trovo".

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Modello Stankovic

Ho tanti ricordi di quando ero bambino, divisi tra calcio, amici e famiglia. Dai pomeriggi trascorsi a giocare con i miei cugini a Torre delle Stelle, ai campi da calcio, il mio posto del cuore da sempre. Giocavo, mi divertivo, imparavo. A 14, 15 anni ho capito di poter avere qualcosa in più, determinazione o talento, ho iniziato a crederci e con un po' di sacrificio mi sono trovato a fare quello che ho sempre sognato. Ho sempre detto che Stankovic era il prototipo del giocatore che mi piaceva, nel mio percorso ha influito anche Daniele Conti, con la sua umiltà, il suo esempio e amore per il suo Cagliari».

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I ricordi

«È difficile scegliere un gol, il primo con la maglia nerazzurra è stato contro lo Slavia Praga ma del secondo, quello contro il Verona ho un bellissimo ricordo perché a sette minuti dalla fine eravamo sull'1-1 e quella rete ci ha regalato la vittoria in rimonta. Ho preso palla da De Vrij, ho puntato verso il centro, sono rientrato e ho tirato a giro sotto l'incrocio, ricordo il boato dello stadio strapieno, l'esultanza, l’abbraccio dei compagni, ho ancora i brividi se ci penso».

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