copertina

Champions o EL, big a rischio? Non è così, i piani dell’Inter. Alvarez, i 2 step

“Roma? E’ l’unica cosa che conta. Roma è fondamentale, è fondamentale andare lì e fare un risultato positivo, fare una prestazione importante, di carattere, da Inter”. Sono parole chiare, decise e motivanti quelle che il...

Dario Di Noi

"Roma? E’ l’unica cosa che conta. Roma è fondamentale, è fondamentale andare lì e fare un risultato positivo, fare una prestazione importante, di carattere, da Inter". Sono parole chiare, decise e motivanti quelle che il direttore sportivo nerazzurro, Piero Ausilio, ha scelto nel raccontare l’attesa di una partita quanto mai decisiva. E’ così, a prescindere da come andrà a finire: l’importanza capitale di una grande sfida, proprio lì nella Capitale.

L’Inter ha di fronte a sé un appuntamento cruciale, probabilmente uno dei più importanti degli ultimi 5 anni. L’attesa si fa sentire, a Roma andrà in scena un duello di quelli che sanno caricare, emozionare ed esaltare ancora prima del calcio d’inizio: insomma, uno di quei duelli che all’Inter manca da tanto, ormai troppo tempo. In gioco un obiettivo affascinante: i due mesi di crollo verticale hanno complicato le cose, ma nonostante ciò la Champions League non è mai stata così vicina - negli ultimi anni - come in questa stagione. Roma sarà una prova tanto dura quanto vitale, il vero spartiacque della stagione: non è il solito modo di dire, in realtà assomiglia al termine giusto nel momento giusto. Vincere significa crederci fino in fondo, perdere vuol dire abbandonare ogni speranza.

Da questa sfida dipenderà molto della prossima stagione nerazzurra. Inevitabile cominciare a pensare a quello che verrà, delineando con precisione i piani che l’Inter ha già ammesso di avere in serbo: uno in caso di mancato piazzamento europeo, uno in caso di qualificazione all’Europa League e uno in caso di Champions League.

Il sogno resta la massima competizione europea. In termini di prestigio e di grandi sfide sportive, nulla è pari alla Champions. Quell’inno all’Inter manca dal 2012, da quando l’undici di Ranieri uscì sconfitto dal doppio confronto con l’Olympique Marsiglia negli ottavi di finale. Potersi rigiocare la coppa dalle grandi orecchie sarebbe bellissimo per il club, per i tifosi e per giocatori che non l’hanno mai giocata o che l’hanno vissuta troppo poco. Il discorso economico esiste, ma non rappresenta una grossa preoccupazione per l’Inter. In società tutto sommato regna una certa tranquillità, il progetto va avanti con forza e sicurezza. L’Inter è convinta del suo lavoro, e non vede un possibile dramma nella mancata qualificazione alla CL.

In particolare, a filtrare è un messaggio positivo: tra Europa League e Champions esiste una differenza, ma non così enorme come spesso si può pensare. In fondo, una qualificazione in CL comporta più investimenti, e a differenza dell’EL le probabilità di andare molto avanti (e quindi incassare) sono ridotte. Per questo, affrontare un’EL con convinzione e voglia di vincere avrebbe comunque un grande peso per la società. Con soli tre posti a disposizione, non è mai scontato il passaggio in Champions, per questo giocare in Europa League assume comunque un certo valore.

Da questo punto di vista, ciò che più interessa ai tifosi è capire l’influenza che il piazzamento in campionato avrà sul mercato. La stampa, a più riprese, ha paventato la probabile cessione dei migliori giocatori in caso di mancata CL. In realtà, il passaggio da un elemento all’altro non è così scontato: la necessità di cedere realmente i pezzi grossi si manifesterebbe qualora l’Inter non dovesse qualificarsi a nessuna delle competizioni europee. In poche parole, se l’Inter restasse fuori dall’Europa come lo scorso anno, allora sì, sarebbe inevitabile optare per illustri addii. Con i finanziamenti delle coppe europee, invece, i talenti pregiati hanno serie possibilità di rimanere blindati in cassaforte. Per questo l’Europa, in generale, è così importante. Certo, il Financial Fair Play dovrà essere rispettato nel minimo dettaglio, e la volontà di certi giocatori potrà pesare, così come il valore delle ipotetiche offerte. I soldi sono “pazzi”, ovvio che proposte irrinunciabili debbano essere ben analizzate. In ogni caso, l’Europa aiuterebbe l’Inter nel suo percorso, e se qualcuno dovesse partire la promessa è quella di rimpiazzarlo subito a dovere.

A nove giornate dalla fine, l’Inter può allenarsi e giocare con vista sulla Champions. Non succedeva da qualche anno, soprattutto la stagione scorsa, quando alla 29° giornata i nerazzurri pareggiavano col disastrato Parma e guardavano la classifica dal basso del nono posto (a pari punti con il Genoa). Ad oggi, la situazione è nettamente migliorata, ma se non sarà CL, non va dimenticata l’importanza del quarto o quinto posto in classifica. Come accadde già nell’estate 2014, con Mazzarri seduto in panchina, l’Inter ha prefissato per l’estate una tournèe negli Stati Uniti, molto importante per sponsor e guadagni. Arrivare sesti (con preliminare di EL a fine luglio) vorrebbe dire rinunciare a priori al viaggio americano. Un’opzione che l’Inter e Thohir non vogliono assolutamente prendere in considerazione.

Con pazienza, ogni dubbio sarà snocciolato: il 15 maggio, a campionato concluso, il verdetto finale dirà all’Inter quale estate dovrà affrontare. A quel punto, la società saprà quale piano (A, B o C) dover considerare, imbroccando una delle tre strade con in mano la valigetta giusta. Per vendere e comprare, l’Inter avrà a disposizione un suo budget. Qualunque sia l’esito finale, qualche ‘soldino’ potrebbe arrivare da una vecchia questione, ancora in attesa di una risoluzione. Si tratta del caso Ricky Alvarez, per cui al momento non arrivano novità. La telenovela si arricchisce di una nuova puntata quasi mensilmente, ma i contenuti degli episodi continuano ad essere poverissimi. La FIFA non ha ancora preso una posizione nella causa tra Inter e Sunderland, ma in casa nerazzurra i dubbi sono davvero pari a zero: da mesi, la società ha ben chiara la situazione. Il tutto è così lampante da sembrare quasi assurdo, tanto più in queste settimane in cui il calciatore è tornato a giocare con continuità nella Sampdoria. La volta buona per una prima svolta potrebbe manifestarsi la prossima settimana. Il punto è che i tempi non saranno brevi, poiché c’è bisogno di due step: prima la decisione che spetta alla FIFA, poi il probabile ricorso al Tas di Losanna (per chi perderà). I soldi in questione non sono pochi. Si vedrà, ma anche questa battaglia ha, per l’Inter, un suo peso specifico.

(FCINTER1908.it)