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Bonucci, vince ancora Pilato. Ma il caso Allegri sconcerta! Inter, Inzaghi ha ragione

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: i casi Bonucci e Allegri lasciano basiti. Incredibile il retroscena sul tecnico bianconero

Alfio Musmarra

Risulta difficile capire le pieghe di alcune decisioni, soprattutto dopo che nel corso degli anni abbiamo visto modus operandi diametralmente differenti. Perché ricordo bene che ai tempi di Mourinho gli uomini della procura federale lo marcavano a uomo e ogni suo gesto, ogni sua parola era vivisezionata.

Per le famose manette il tecnico portoghese venne squalificato per 3 giornate per aver ‘contestato l’operato arbitrale con atteggiamenti plateali e per aver rivolto al’arbitro e agli assistenti espressioni ingiuriose’.

E la squalifica di Spalletti a Genova? Ve la ricordate? Prese una giornata per aver esultato ‘con atteggiamento polemico al minuto 49’ dopo la realizzazione del gol nei confronti del quarto ufficiale uscendo dall’area tecnica’.

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Fa niente che avesse esultato guardando la telecamera per un gol che dava i tre punti dopo una partita tiratissima 4 minuti oltre il 90esimo. Il quarto uomo segnalò la cosa all’arbitro ritenendo che l’esultanza fosse rivolta a lui .

Come non ricordare poi i tristi fatti di Juventus-Inter dello scorso anno? Con gli insulti reiterati ad Antonio Conte che poi rispose in maniera inelegante con il dito medio? In uno stadio vuoto dove rimbomba tutto nessuno sentì nulla tranne i diretti interessati. Curioso. E anche in quel caso nessuna squalifica. Molto curioso.

In un’Inter-Juve tutto sommato sereno si poteva tranquillamente evitare l’episodio dei minuti finali in cui sono stati coinvolti Bonucci ed il segretario nerazzurro Mozzillo. Partiamo dalle certezze: il dirigente nerazzurro non essendo in distinta non si sarebbe dovuto trovare sul terreno di gioco e pagherà la multa com’è giusto che sia ma è altrettanto certo che il giocatore della Juventus non avrebbe dovuto reagire alzando le mani.

Perché poi al di la delle ricostruzioni di parte, dove ognuno può credere a ciò che vuole (non essendo sul posto ci dobbiamo affidare ai racconti), le immagini sono oggettive e non hanno bisogno di spiegazioni.

Perché con questa decisione pilatesca si crea un pessimo precedente ed è sorprendente che ci si sia limitati ad una semplice multa, che per un professionista così ben remunerato è di fatto una carezza.

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Il caso Allegri mai smentito

Poi leggi ‘Il Tempo’ e scopri ciò che non ti aspetti. E considerato che nulla è stato smentito, resti sconcertato, ma cito testualmente:

 “..dal rapporto degli ispettori federali presenti all'Allianz Stadium lo scorso 6 gennaio al termine della gara contro il Napoli Massimiliano Allegri è corso verso lo spogliatoio degli arbitri, urlando contro Andrea Gervasoni, ora vice commissario designatore della CAN di Serie A e Be presente a Torino quella sera urlando  «È un cogl... diglielo - le parole di Allegri riferite all'arbitro della gara Simone Sozza - testa di c... deve recuperare 12 minuti, non 5. Vi fate prendere per il c... stavano sempre a terra, hanno fatto le sceneggiate napoletane. Ora basta, anche se mi squalificano tre mesi». Non soddisfatto, Allegri ha aspettato l'uscita degli arbitri dallo spogliatoio e ha rincarato direttamente la dose con Sozza: «Sei un cogl... non mi faccio prendere per il c... da un cogl... ». In questo caso il tecnico ha pagato con una sola giornata di squalifica, già scontata", si legge”.

Che credibilità ha un sistema calcio dove le squalifiche non hanno una logica? Cioè si commina una giornata a Spalletti per un ‘goal’ urlato a braccia aperte verso il quarto uomo e o telecamera e si infligge la medesima squalifica per urla e insulti reiterati?

Come può essere squalificato un allenatore per un  gesto e non squalificato un giocatore che mette le mani addosso ad un’altra persona? Ma che credibilità può avere un sistema del genere? Dove si  sente quando si vuole sentire e si vede quello che si vuole vedere?

Per cortesia non derubrichiamo sempre tutto con i cambi di regolamento perché sono le classiche scuse che si adottano quando non si sa più dove andare a parare. Se si vuole ricostruire un’immagine solida serve rigore, senza distinzione di colori e di potere. Altrimenti continueremo a galleggiare nella terra di mezzo con scelte cervellotiche e pilatesche. Dove di fronte ai fatti ci piegheremo alle logiche di squadra ed ognuno racconterà sempre una verità di parte, che per forza di cose sarà sempre parziale. È questo quello che vogliamo?

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Testa all'Atalanta

La vittoria in Supercoppa non deve però passare in secondo piano, va dato merito a Inzaghi e a tutti i ragazzi di aver mantenuto un atteggiamento da grande squadra, con mentalità vincente. Una squadra che ha provato fino all’ultimo a vincerla e a non speculare. Solo un matto poteva aspettarsi una partita semplice da goleada, perché storicamente Allegri è sempre stato maestro nell’’impacchettare’ le avversarie soprattutto quando la differenza di organico è netta. Vi ricorderete quando alla guida del Milan affrontò il Barcellona dei fenomeni e si fermò al palo di Niang altrimenti avrebbe clamorosamente ribaltato i blaugrana.

Allegri è sempre stato maestro nell’imbrigliare il gioco avversario, un po’ meno nel vincere proponendo idee di gioco spregiudicate, evolvendosi con le idee del calcio moderno. Questa non vuol essere una diminutio anzi. Oggi è facile incensare Inzaghi ma fino a quest’estate le considerazioni erano molto differenti. Ma la Supercoppa va archiviata, il tempo dei festeggiamenti è già cessato.

Perché c’è una sfida delicatissima da preparare e onorare al meglio. L’Atalanta di Gasperini è una seria candidata per la lotta scudetto e la sfida sarà complicata tanto quanto la gara dell’andata. Di sicuro le fatiche dei supplementari si faranno sentire ma ci sarà modo per far rifiatare qualcuno in Coppa Italia con l’Empoli nel turno infrasettimanale.

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