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La bufala dell’AIA che si scusa e l’Inter solo fortunata: come manipolare la realtà

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: bufale continue e attacchi all'Inter capolista. Una realtà deformata da certa informazione

Alfio Musmarra

La mediaticità è un fattore importante nel terzo millennio e il saper plasmare l’informazione, piegarla a proprio piacimento, è un’arte sottile nella quale spesso si nascondo le maggiori insidie.

Così capita che dopo un errore arbitrale clamoroso in una partita scopriamo che l’AIA si scusa, si va avanti due giorni a suonar la grancassa salvo poi scoprire che non è stato così, con fiumi di polemiche inutili che si sarebbero potute evitare. Perché la differenza spesso sta non nella lamentela in senso stretto ma in chi si lamenta.

Perché c’è chi può farlo e chi no, al netto dell’errore anche marchiano e macroscopico a livello arbitrale. Ma anche qui bisogna aprire una discussione: per trasparenza sarebbe stato doveroso un comunicato ufficiale dal parte dell’AIA che avrebbe avuto tutto il diritto e dovere, aggiungo io, di manifestare in forma pubblica lo stato dell’arte.

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Il non averlo fatto è un errore madornale sotto il profilo comunicativo che per certi aspetti va contro quelle che in teoria sarebbero le nuove (e apprezzate ) direttive di trasparenza. Sarebbe stato un modo per affrancarsi ulteriormente, per prendere le distanze e rimettersi nell’alveo giusto. Il non averlo fatto è un profondo segnale di debolezza che non ci voleva. Perché l’errore dell’arbitro è stato grave, gravissimo ma umano. E non sarà né il primo né l’ultimo e l’andare a scandagliare a ritroso il percorso professionale è stato un provvedimento anomalo.

Già l’ammissione quasi istantanea è stata una presa di posizione, le lacrime successive una ulteriore dimostrazione di buonafede. Sul resto meglio soprassedere.

Ma la domanda che nessuno si pone è un'altra. Ma com’è uscita una roba del genere?

Così com’è meglio sospendere il giudizio su tutti i nuovi designatori arbitrali improvvisati, pronti a vivisezionare ogni episodio delle altre squadre, quelli che sono lì morbosamente e compulsivamente attenti a screenshottare immagini di presunti favori arbitrali a chi sta davanti. Però capisco sia difficile attaccarsi ad altro dopo un’estate in cui l’Inter perde 3 asset fondamentali più l’allenatore con un mercato improvvisato, capisco sia difficile per chi in estate ha speso solo meno della Roma, confermando di fatto un ottimo gruppo arrivato secondo con merito e vaticinava sogni di gloria da una parte e nefasti sull’altra sponda del Naviglio. Ma il campionato è ancora lungo nulla è ancora definito.

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Ma una cosa appare sconcertante: se l’Inter vince è solo fortuna, perchè Ranocchia non lo rifarà mai un gol così. Perché ha fortuna a non aver infortuni ( cosa peraltro non veritiera, basta informarsi e casomai guai a sottolineare la bravura dello staff medico e dei preparatori non sia mai).

Mai una volta che si sottolineino i meriti, come se fosse lesa maestà, o come se si dovessero regolare dei conti personali magari pregressi.

Quando capita agli altri è cinismo, corto muso, vittoria sporca, da grande squadra, all’Inter sono risatine e diminutio.

Possibile? Davvero crediamo che la gente sia così stupida da non capire?

La Juventus prende Vlahovic contrariamente a quelle che erano le indicazioni di tutti, ma se l’Inter punta Bremer, Frattesi e Scamacca per forza di cose dovrà cedere un big, ma in base a cosa? Chi lo dice?

Perché la verità è che nessuno avrebbe immaginato un colpo del genere a gennaio da parte della Juve, così come nessuno pensava che l’Inter potesse andare a prendere Gosens dall’Atalanta. Alla fine Covid, mancati introiti, crisi economica ma quando si vuol fare mercato il modo si trova, con buona pace di tutti i buoni propositi. Perché nel calcio l’unica regola è che non esistono regole.

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