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Cannavaro: “Inter? Dicevano volessi andare alla Juve: cazzate. Vi dico io come è andata”

L'ex Pallone d'oro ha parlato della sua esperienza in nerazzurro e del suo chiacchieratissimo trasferimento al club bianconero

Eva A. Provenzano

«Vincere quel Mondiale era l'unico obiettivo». Sulla vittoria storica dell'Italia nel 2006 Fabio Cannavaro ci è tornato su in un'intervista a Skysport. Ha spiegato: «Lippi il primo giorno ci disse che aveva il sogno di arrivare in finale contro il Brasile e batterlo. Sbagliò solo l'avversaria della finale. Il mister aveva quell'obiettivo in testa. Dimostrò il suo valore. Fece scelte azzeccate. Portò Totti nonostante un problema al ginocchio, giocatori che non erano nelle top, come Grosso. Diede fiducia a Materazzi che si fece trovare pronto. Fece un capolavoro. Ognuno di noi tirò fuori il massimo. Eravamo una squadra di giocatori forti. Mi girano quando dicono che vincemmo quel Mondiale per la storia di Calciopoli. Perché quella era una squadra forte, abbiamo vinto perché siamo stati più forti di tutti, abbiamo sofferto se c'era da soffrire e giocato bene quando serviva. In quel Mondiale lì si è vista una squadra tosta». 

-All'Inter invece, che è successo. Un infortunio da cui non rientravi mai. Cosa era successo? 

La gente stupida poi diceva che lo facevo apposta. Dice "Ah ma era Moggi che lo chiamava perché non giocasse per poi andare alla Juve". Cazzate. Parole di chi parla da tifoso. Sa chi era all'Inter, persone straordinarie. La mia esperienza a livello umano è stata fantastica. Chi era all'Inter sapeva e sa quello che ho passato per un anno e mezzo e il mio errore è stato di non fermarmi. Avevo nove fratture da stress alla tibia, tra cui una aperta. Il mio errore è stato di non fermarmi, ho giocato un anno e mezzo con quella frattura e ho sofferto tantissimo. La cosa che mi dispiace è che dicevano lo facessi apposta per andare via dall'Inter. No, no. Io al club nerazzurro stavo bene, ero consapevole di essere in un grande club e ricordo ancora oggi quando Oriali mi venne vicino e mi disse: "So che stiamo facendo un errore, ma la società ti ha venduto. Dopo tre mesi di lavoro duro con i preparatori e stavo bene, mi stavano vendendo. E lui mi disse: "Sì, ti stiamo vendendo, la società ha deciso così. E lui mi disse ti vendiamo alla Juve" e mi disse dello scambio. Io risposi anche che volevo restare. Ma mi disse che l'operazione era già stata fatta e che dovevo partire il giorno dopo. E' stata un'esperienza che secondo me è stata un peccato per come è finita. Lì ho trovato persone eccezionali: dal magazziniere fino al cuoco. Mi dispiace perché poi con le prestazioni fatte alla Juventus non ho saltato una partita. Poi venne fuori una telefonata, che non era neanche mia, ma con il mio procuratore, nella quale chiedevo all'Inter se dovevo andare a giocare l'amichevole o meno. Ma mi dissero di non andare e chiamò Moggi perché il giorno dopo sarei partito per Torino. Quindi poi sono venute fuori, tante cagate...». 

-Lo scambio con Carini? 

Fecero parlare due cose. Lo scambio. Ma anche il fatto che nelle due successive stagioni ho giocato sempre e poi sono andato al Mondiale e ho vinto il Pallone d'oro. Normale che l'amarezza dei tifosi dell'Inter abbia fatto venire fuori storie assurde. Ma ripeto, io ho avuto un infortunio importante e lì eravamo arrivati in semifinale di CL al primo anno, la gente dimentica. 

(Fonte: SS24)

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