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Chi ha voluto Rocchi? La pervicace miopia di gennaio: e ora il conto è salato

L’Inter ieri ha perso perché priva di Diego Milito? No. L’Inter ha perso gran parte delle sue chance di arrivare terza per l’incomprensiible scelta di non affiancare al Principe un giocatore di pari livello o quasi? Sì. Dal 31...

Daniele Mari

L'Inter ieri ha perso perché priva di Diego Milito? No. L'Inter ha perso gran parte delle sue chance di arrivare terza per l'incomprensiible scelta di non affiancare al Principe un giocatore di pari livello o quasi? Sì.

Dal 31 agosto in poi, Andrea Stramaccioni ha ripetuto di continuo che alla sua rosa mancava, di fatto, solo un "vice-Milito", qualcuno che potesse far rifiatare il Principe. A inizio gennaio, la società ha comprato in fretta e furia Tommaso Rocchi (ufficializzato il 4 gennaio), preso così alla svelta per permettergli di ambientarsi e recuperare la forma.

Le perplessità su questa operazione erano molteplici, ma i diretti interessati hanno sempre rimandato le valutazioni al giudizio insindacabile del campo. Un giudizio che tarda ad arrivare, dal momento che Rocchi il campo non lo vede proprio. L'ex laziale era già stato scavalcato nelle gerarchie da Livaja (titolare contro la Roma), prima che il croato fosse inspiegabilmente ceduto in comproprietà all'Atalanta (è stata proprio l'Inter ad insistere fortemente, i bergamaschi erano addirittura restii all'operazione con Schelotto), e al momento non si capisce bene quale possa essere il suo ruolo da qui a giugno.

Da mesi, Stramaccioni ripete che l'Inter non "compra tanto per comprare", che i giocatori che arrivano devono essere funzionali al progetto. Rocchi è funzionale al progetto? Talmente funzionale da non giocare mai? Talmente funzionale da costringere i dirigenti a spulciare la lista degli svincolati nella speranza (vana) di trovare un giocatore che sia almeno presentabile a San Siro? La domanda a questo punto sorge spontanea: chi ha voluto Rocchi ad Appiano?

Spesso i media, soprattutto quando si parla di Inter, sono eccessivi, prevenuti e scontati. Ma la pervicace miopia della dirigenza nel valutare la necessità di un vice-Milito all'altezza era stata più volte sottolineata anche da testate, come la nostra, che certo non possono essere accusate di anti-interismo.

Nessuno poteva aspettarsi che Milito si rompesse i legamenti del ginocchio? Ovvio. Ma il Principe non è certo giocatore poco soggetto a infortuni. Tanto è vero che del vice-Milito si sentiva il bisogno anche a mercato aperto, quando l'attaccante argentino era già out per problemi fisici. Neanche con Milito infortunato la società si è resa conto che un attaccante di livello internazionale era imprescindibile.

E' questo il dato più grave in assoluto: l'Inter aveva già avuto modo di comprendere come fosse dura la vita senza Milito e, nonostante questo assist del 'fato', ha deciso di voltarsi dall'altra parte. Non c'erano fondi sufficienti? Può darsi. Ma quanto peseranno i milioni persi per la mancata qualificazione alla Champions League (30-40) rispetto ai 2 milioni che l'Inter avrebbe dovuto versare, solo per fare un esempio, nelle casse del Lione per Lisandro Lopez?

Lo scrissi tempo fa: "investire a gennaio per evitare disastri a giugno". Sono state fatte scelte diverse, almeno in attacco. E ora il conto da pagare rischia di essere salatissimo.