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Conte: “Inter, ce n’è di strada da fare. E non ci saranno scorciatoie. Dovrò prendermi dei rischi”

L'allenatore nerazzurro ha parlato dopo la partita contro la Lazio nell'incontro con i giornalisti nella sala stampa del Meazza

Eva A. Provenzano

Anche stasera ha consumato la sua area tecnica. Antonio Conte non si è fermato un attimo, è stato ad urlare per tutta la gara con i suoi ragazzi. Aveva chiesto tanta attenzione alla vigilia, il diktat era non cullarsi, che il derby dura solo il tempo di una partita e poi c'è una stagione a cui pensare. E con la Lazio i suoi gli hanno consegnato la quinta vittoria consecutiva. Sabato la partita con la Sampdoria, poi arriverà lo scontro contro la Juventus, il 6 ottobre. Un passo alla volta: sarà anche stavolta il suo mantra. Alla fine della partita contro i biancocelesti, il mister ha parlato con i giornalisti nella sala stampa del Meazza. Ecco le sue parole:

-Cinque partite e cinque vittorie, si vince anche in un momento complicato. Quanto conta? 

Conta perché oggi lo sapevamo che trovavamo una squadra forte e consolidata nel tempo. Negli ultimi 4 anni la Lazio non a ha ceduto i prezzi pregiati e ha aggiunto pezzi nuovi rendendo la rosa competitiva e collaudata ed è la differenza principale tra noi e loro. Noi siano neonati a livello di progetto. Abbiamo cambiato 10 giocatori, ne sono arrivati nove, abbiamo venduto pezzi importanti e li abbiamo sostituiti. Al tempo stesso dico anche che cinque vittorie non sono frutto del caso. Penso che oggi il primo tempo noi siamo stati fortunati perché il primo tempo la Lazio meritava di arrivare a riposo come minimo con il pareggio perché ci sono stati due-tre interventi importanti di Handanovic. Nel secondo tempo ho visto un'Inter che ha ripreso a giocare e ha creato diverse occasioni, sono segnali incoraggianti, nella difficoltà non naufragare è importante. Però ce n'è di strada da fare. Dobbiamo essere contenti delle cinque vittorie ma sappiamo che c'è ancora da fare strada. Sono contento perché Biraghi ha iniziato la partita ed è un giocatore importante. Mi dovrò prendere dei rischi a far riposare dei calciatori perché non possono giocare sempre gli stessi sette partite in venti giorni. Vedo il bicchiere mezzo piano. Abbiamo un percorso da fare e non ci saranno scorciatoie, cerchiamo di camminare nella maniera più veloce possibile. 

-Inter ha dato risposte più veloci del previsto? 

Parlo delle conoscenze sulle quali sto lavorando. Qualcuno parla semplice e parla di ripartenze, è diverso, quelle sono uscite che se non ci lavori è difficile farlo sotto pressione. Logico che se esci dalla pressione ti ritrovi il campo aperto e questo è il frutto del lavoro e non è frutto del segno divino. 

-Barella molto bene. Avevi detto che l'Inter è strutturata per giocare a tre, serve proprio giocare a tre oppure si piò fare anche due dietro la punta? 

Dipende dalle partite e dalla forza dell'avversario. Nella nostra metà campo cercavamo di metterci a tre e in fase di possesso a 4. E' meglio essere a 3 per le caratteristiche che ci sono. Nella fase di non possesso due faticano a coprire il campo e la palla arrivava pulita alle punte della Lazio. 

-Mossa Sensi per andare ad azzannare la partita? Ti sei anche girato verso il pubblico a tifare...

Sono molto soddisfatto del secondo tempo. Alla fine del primo tempo ero preoccupato, pensavo che potessimo prendere il cazzotto in faccia. Speravo arrivasse la fine del primo tempo, siamo andati in vantaggio di un gol e abbiamo poi fatto qualche modifica dal punto di vista tattico e l'Inter è riuscita ad uscire nella giusta maniera come è stata forte la Lazio nel primo tempo.  

(Fonte: FCINTER1908.IT, dal Meazza Eva A. Provenzano)

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