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Inter, sabato Conte si è voltato e “ha sentito un brivido”. E ieri ha parlato così alla squadra

Ora l'Inter ha davvero una panchina importante

Marco Astori

"Sabato sera nel vuoto di San Siro Antonio Conte ha fatto una prova empirica. Ha verificato di persona una nuova legge di natura: la sua nuova Inter ora risulta profonda, resistente e... dura. Dura a morire, dura nelle facce cattive dei centrocampisti entrati per dare battaglia. Nella prima folle serata della seconda annata nerazzurra, al momento del bisogno, si è voltato verso la panchina e ha sentito un brivido". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla rosa dell'Inter, decisamente più profonda degli ultimi anni e ora altamente competitiva. Antonio Conte ha infatti una vastissima scelta, come dimostrato contro la Fiorentina.

"Non era abituato a tanta abbondanza, miglior tranquillante nell’isteria di Inter-Fiorentina: la rimonta, infatti, non è stata poi così casuale, anzi è figlia legittima dei cambi indovinati dal tecnico per correggere le incertezze iniziali. Dopo il contro-vantaggio viola è arrivata in pochi minuti una scarica di adrenalina, rabbia e talento: chi altro può rovesciare dalla panchina al campo una freccia appuntita come Hakimi, due guerrieri bellicosi alla Vidal-Nainggolan, un creativo come Sanchez, senza sottovalutare l’impatto del motorino Sensi?

«Un anno fa si voltava e non trovava nessun centrocampista in panchina, ora vogliamo dare al nostro allenatore più scelta...», diceva saggiamente l’a.d. Beppe Marotta nella conferenza formato famiglia di inizio stagione. Pensava anche alla possibilità di sfruttare con furbizia i 5 cambi, un’opportunità preziosa per le big. Conte, seduto accanto per la prima volta dopo mesi di tempesta, ascoltava interessato: era quasi una profezia.

Ieri Conte ha radunato la truppa e ha elogiato il cuore e la testa mostrati nel finale contro la Viola: per arrivare in fondo, servirà non dare mai niente per scontato. Ma il tecnico ha anche osservato l’altro lato della luna: non potrà bastare sempre il carattere. Non si può più partire come a San Siro sabato. Tradotto: a Benevento servirà molto, molto di più. Per centrare l’obiettivo qualcuno dei suoi duri della panchina potrebbe pure partire dal primo minuto: Vidal, con qualche allenamento in più assieme ai compagni, sembra pronto per il ruolo che Conte gli ha disegnato.

Che sia mezzala o trequartista, sarà la sua cinghia di trasmissione: lo spirito del tecnico si riversa in campo attraverso lui. Già con la Viola, senza avere tempo e spazio per incidere, ha dimostrato di avere ancora l’argento vivo addosso. Il resto – inserimenti, recuperi, gol — arriverà quando aumenterà il minutaggio. Radja Nainggolan, entrato a braccetto col cileno, ha sorpreso perfino di più: l’ultima volta da interista a San Siro (per fortuna pieno) era stata il lontano 26 maggio 2019, quando un suo gol all’Empoli regalò un posto in Champions in un’altra partita di rara follia nerazzurra", conclude la Rosea.

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