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Inter-Conte, è pace o tregua? Rapporto migliorato. Ma non raccontateci la favola di…

L'editoriale di Alfio Musmarra sulla situazione tra che vede protagonista il rapporto tra la dirigenza nerazzurra e Antonio Conte

Alfio Musmarra

"La pace sancita dal pomeriggio in villa Bellini tra l’Inter e Conte ha stupito in molti, forse tutti (quasi). Perché evidentemente lo scetticismo dilagante o forse la speranza di qualcuno ha finito per trasformarsi in stupore quando ci è seduti attorno al tavolo.

"Perché Antonio Conte è così: estremo, ti porta al limite a volte te lo fa superare basti vedere il rendimento di alcuni giocatori, ma a volte emergono delle controindicazioni come in tutte le cose, ma solo chi non lo conosce così a fondo poteva pensare che si presentasse al redde rationem uscendone con le ossa rotte, l’immagine devastata e un’altra battaglia legale che gli avrebbe precluso di fatto di poter allenare in futuro ( quale club si porterebbe in panchina una bomba ad orologeria?).

"Perché, al di là dei soliti spifferi, il clima tra il tecnico e la dirigenza era molto migliorato dopo la sfuriata post Bergamo ed il suo unico obiettivo è sempre stato quello di risolvere delle situazioni che andavano una volta per tutte chiarite davanti alla proprietà.

"Perché l’assenza forzata di Steven Zhang in questi quattro mesi è stata vissuta male dal tecnico che avrebbe gradito un supporto ed una presenza costante. Perché in fondo in fondo il Presidente è sempre il Presidente. Ed un conto sono le relazioni per interposta persona, un altro dei contatti diretti e la presenza fisica di chi comanda.

"Perché quando scegli un allenatore TOP, tutto l’ambiente si deve adeguare e supportarlo di conseguenza.

"Perché se scegli Hamilton, non puoi mettergli a disposizione un team non all’altezza. Perché resta sempre un TOP, non certo un mago.

"Ma la domanda da 1 milione di euro è : quanto durerà questa pace? A giudicare da come si è conclusa la giornata tutto lascia presupporre che più che pace si tratti di tregua. Non un sorriso, non una dichiarazione distensiva in tal senso, bocche cucite. Tutti nascosti dietro un comunicato freddo, glaciale, quasi un atto dovuto. Ci si è affrettati solo a far sapere a margine del comunicato che la ‘dirigenza’ ( Marotta e Ausilio) sarebbero rimasti al loro posto. Come a voler sottolineare una vittoria della società sulle richieste (presunte) del tecnico, il quale ha sempre voluto un supporto più coinvolto della dirigenza e della proprietà.

"Difficile oggi capire quanto si sia rinsaldata la frattura, quanto davvero si abbia voglia di sotterrare l’ascia di guerra per ripartire di slancio. Alcuni l’hanno definita la vittoria di Steven Zhang, bravo a mediare tra allenatore e dirigenza. Ma francamente parlare di vittoria sembra azzardato in una situazione sfuggita di mano. Ma del resto era anche preventivabile solo che nessuno ha il coraggio di ammetterlo. Di sicuro è difficile credere che dopo le bordate del tecnico tutto si sia appianato in 3 ore e mezzo di colloquio e che nulla cambi dal punto di vista strutturale. Anzi che all’allenatore da 12 milioni sia stato anche detto che gli acquisti saranno proporzionati alle uscite e che lui abbia accettato di buon grado. Va bene credere alle favole, ma così è anche troppo e dispiace doverlo anche scrivere.

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