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Dondarini “scopre” il libro di Narducci con sei mesi di ritardo. Sulla querela…

Abbiamo letto il libro di Narducci, a differenza di Dondarini, esattamente quando è uscito. Il 13 giugno 2012. L’ex-arbitro ha curiosamente aspettato 6 mesi per farlo (sarà ovviamente un caso che si sia voluto dedicare alla lettura dello...

Sabine Bertagna

Abbiamo letto il libro di Narducci, a differenza di Dondarini, esattamente quando è uscito. Il 13 giugno 2012. L'ex-arbitro ha curiosamente aspettato 6 mesi per farlo (sarà ovviamente un caso che si sia voluto dedicare alla lettura dello stesso subito dopo l'assoluzione arrivata in secondo grado). Aggiungiamo che il libro ripercorre la lunghissima requisitoria di 18 ore, che il Pm Giuseppe Narducci, insieme a Stefano Capuano, ha condotto al termine del processo di Napoli. Per chi ha seguito il processo senza il filtro delle urlate mediatiche, volutamente pilotate a rimarcare fantomatiche scoperte che avrebbero rivoluzionato il processo, il libro di Narducci rappresenta una sintesi molto chiara dei passaggi fondamentali dei gironi Calciopoliteschi. Ma che di fatto non aggiunge nulla a quanto già proclamato in aula. Lo fissa semplicemente nella memoria.

Il passo che ha spinto Dondarini a denunciare Narducci (a questo proposito attendiamo la conferma del Pm) e a chiedere il sequestro del libro è il seguente: "Nella sentenza che il Gup De Gregorio (Giudice dell’abbreviato) ha emesso nei confronti degli imputati che scelsero il giudizio abbreviato si afferma la responsabilità penale per il reato associativo delle seguenti persone: Antonio Giraudo – anche se limitatamente al ruolo di partecipe e non di dirigente o organizzatore – Tullio Lanese, Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri e, infine, gli arbitri Pieri e Dondarini, quest’ultimo per alcuni episodi specifici di frode in competizione sportiva: Udinese-Brescia del 3 Ottobre 2004, Juventus-Chievo del 31 Ottobre 2004, Juventus-Lazio del 5 Dicembre 2004, Bologna-Juventus del 12 Dicembre 2004, Juventus-Udinese del 13 Febbraio 2005 e Chievo-Fiorentina dell’8 Maggio 2005." È evidente che l'associazione a delinquere è riferita a Giraudo e Lanese. Anche perché sarebbe sufficiente andare a pagina 263 del libro e leggere la sentenza del 14 dicembre 2009 del Giudice di Napoli E. De Gregorio per fugare qualsiasi dubbio in merito. È molto chiaro per cosa fosse stato condannato Dondarini in primo grado. Ed è scritto lì nero su bianco.

Estrapolare concetti da un contesto, tentando di piegarli alle proprie teorie ha le sue controindicazioni e questo enorme processo lo ha dimostrato più e più volte. Le intercettazioni decontestualizzate e portate come tributo dalla difesa degli imputati di Calciopoli sono state regolarmente smascherate. Archiviate come tentativi di mistificazione di una realtà molto diversa. Non è chiaro che cosa esattamente del libro di Narducci abbia turbato Dondarini. Probabilmente dopo l'assoluzione il desiderio è quello, umanamente comprensibile, di cancellare tutto ciò che è stato detto prima. Sequestrare il libro di Narducci potrebbe però a questo punto non essere sufficiente. E come provocazione aggiungiamo: non sarebbe quindi necessario "sequestrare" anche la sentenza di primo grado e querelare il Gup che l'ha emessa? Detto questo è assolutamente chiaro che cosa interessi ai media. Raccontare una verità diversa. Equivocare un paragrafo, ignorando le altre duecentocinquanta pagine. Riscrivere la storia. Da "lo facevano tutti" a "non lo faceva nessuno" il passo è davvero breve. Troppo. Ancora una volta.

Twitter @SBertagna