FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

copertina

Record Conte: da ‘uomo Juve’ a cessioni eccellenti, le 10 cose in comune con l’Inter del Trap

Getty Images

Dieci similitudini tra le due Inter da record

Alessandro De Felice

Nell'era dei 3 punti nessuno aveva fatto meglio. Da Mourinho a Mancini, fino a Simoni. L'Inter di Antonio Conte è la migliore della storia da quando la vittoria regala tre lunghezze in classifica.

Ma 10 vittorie su 12 le aveva conquistate anche la squadra dei record guidata da Giovanni Trapattoni nella stagione 1988/1989. La Gazzetta dello Sport confronta proprio le due formazioni con 10 cose - proprio come le vittorie - che avvicinano l'Inter di oggi a quella dei vari Matthaus, Brehme, Berti e Serena.

Dagli anni alla Juve al confronto sulle trattative, fino all'addio dei big e il doppio centravanti: sono tante le analogie tra l'Inter di Conte e quella di Trapattoni. Entrambi sono arrivato all'Inter con l'etichetta di "Uomo Juve": Conte ha già conquistato San Siro dopo poche settimane grazie ai risultati. I due allenatori incidono sul mercato: se il Trap ha raccontato che faceva il mercato insieme al presidente Pellegrini, Conte ha imparato ad essere allenatore in campo e manager fuori nel costruire la squadra. E il percorso di entrambi si è aperto con un addii eccellenti: il Trap salutò Altobelli, Passarella e Scifo, mentre non fanno parte dell'Inter di ContePerisic, Icardi e Nainggolan. E proprio in tema di mercato, l'arrivo di Barella in nerazzurro ha ricordato quello di Berti: entrambi a un passo da altre squadre (Napoli e Roma per il primo, partenopei per il secondo) hanno dimostrato una gran voglia di vestire la maglia nerazzurra trasferendosi a Milano.

Niente più 'Pazza Inter' ma una squadra "regolare e forte": è l'obiettivo di Conte, che proprio come Trapattoni, si è posto l'obiettivo di 'regolarizzare' i nerazzurri. Entrambi hanno sempre puntato molto sull'equilibrio tattico, preferendo la concretezza al bel gioco. "Perché vincere piace a tutti, ma poi i trofei arrivano dalle vittorie più sporche" scrive la Gazzetta dello Sport. Ad accomunare entrambi anche quella dialettica che li rende unici: i loro sfoghi sono famosissimi, con il celeberrimo "Strunz" del Trap nel 1999, mentre il "discorso costruttivo" per motivare di Conte rappresenta l'ennesima strategia mediatica per motivare.

Per entrambi, la difesa di ferro e il doppio centravanti rappresentano il diktat. L'Inter del Trap nel 1988/1989 subì appena 4 gol in 12 partite, mentre i nerazzurri con Conte sono a quota 8. Per il primo fondamentale la retroguardia formata da Ferri, Mandorlini, Bergome e Brehme, mentre per il secondo De Vrij è anche regista, Bastoni cresce e D'Ambrosio il jolly utilissimo. In avanti invece la coppia Lautaro-Lukaku vola come quella di Trapattoni formata da Diaz e Sereno. E l'ala ha un ruolo fondamentale per entrambi gli allenatori: Conte ha rigenerato Candreva dopo anni bui, mentre per il Trap Alessandro Bianchi risultò decisivo.

Una rivoluzione totale da parte di Conte, che continua a conquistare record e va a caccia dell'Inter di quello che considera come "Un padre", Giovanni Trapattoni.

tutte le notizie di