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ESCLUSIVA A. Paganin: “Scudetto, lotta a tre. L’Inzaghi 2.0 mi piace. Presto Gosens al top”

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FCInter1908.it ha intervistato l'ex difensore nerazzurro Antonio Paganin, per fare il punto sulla squadra di Inzaghi tra campo e mercato

Marco Macca

Una vittoria di cuore, una vittoria col brivido. Una vittoria già molto importante, che permette all'Inter di affrontare questi giorni, sospesi tra campo e mercato, con maggiore serenità. I tre punti di Lecce hanno dato un sapore tutto diverso a una prima giornata di campionato che, altrimenti, avrebbe portato inevitabilmente ad altre riflessioni. FCInter1908.it ne ha parlato con Antonio Paganin, ex difensore nerazzurro.

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Buonasera sig. Paganin. Allora, esordio col brivido per l'Inter, con la vittoria all'ultimo secondo a Lecce. Come ha visto la squadra?

Ho avuto l'impressione di una squadra non fluida, probabilmente a causa della mole di lavoro fatto nel precampionato. Dobbiamo considerare un aspetto che quest'anno condizionerà tutti, in particolare le squadre di vertice: ci sono i Mondiali, che occuperanno un periodo anomalo, nel pieno della stagione. Tutte le preparazioni saranno tarate su quell'appuntamento e l'Inter, che ha tanti nazionali, non è da meno. Detto questo, la prima partita non è mai facile, specialmente con quel caldo. Poi, come spesso succede, le neopromosse tirano fuori quel qualcosa in più che rende difficile la vita alle squadre di rango. Dunque, bene il risultato: per il gioco dovremo attendere qualche giornata in più.

Gol a parte, Lukaku è apparso ancora un po' indietro di condizione. E' fiducioso sul fatto che sarà decisivo per lo scudetto come due anni fa?

Anche per lui vale il discorso di prima. Essendo un giocatore molto potente, come tanti della rosa nerazzurra, è apparso un po' appesantito, come anche nelle amichevoli estive. E' normale, in questo periodo solitamente sono più in forma i brevilinei. Senza contare, ripeto, il gran caldo. Non mi ha meravigliato. Man mano che andremo avanti, anche con l'arrivo della Champions, mi immagino che l'Inter diventerà brillante. Per Lukaku bisogna avere solo un po' di pazienza.

Qualche difficoltà anche per Gosens. Si aspetta un cambio di marcia da parte sua?

Raccogliere l'eredità di Perisic non è semplice. Passare da una squadra di provincia come l'Atalanta all'Inter non è mai semplice, l'ho provato sulla mia pelle. Le ambizioni sono diverse. Ha caratteristiche diverse da Perisic, che era più esplosivo negli ultimi 30 metri e che era più bravo nell'uno contro uno. Gosens è più un giocatore di quantità, che però negli anni ha sempre dimostrato sia di saper segnare, sia di saper fornire assist agli attaccanti. L'Inter in attacco è piena di giocatori che possono beneficiare dei suoi palloni. Dunque, non resta che avere pazienza e aspettare il miglior Gosens. Penso lo vedremo presto.

Simone Inzaghi è parso molto più deciso e determinato nelle dichiarazioni. Le piace questa nuova versione dell'allenatore nerazzurro?

A me, di base, piace l'allenatore con un pizzico di spregiudicatezza in più. Che è quello che contraddistingue i grandi allenatori e che si chiede un po' a Inzaghi. Credo che questo suo cambiamento possa far bene alla squadra. In questo modo, lancia dei messaggi molto diretti alla squadra, che ha bisogno di avere in lui il proprio leader. Altrimenti, quando si è troppo diplomatici, si rischia di dare un'impressione sbagliata al gruppo. Abbiamo visto questa spregiudicatezza anche nei cambi di Lecce: l'Inter ha terminato la partita con quattro attaccanti, Inzaghi ha dato la sua impronta. A me sinceramente è piaciuto.

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Dopo lo Spezia, l'Inter affronta Lazio e, dopo la Cremonese, il Milan. Sono già partite partite importanti per indirizzare bene la stagione?

Sì. In questo periodo sarà importante soprattutto ruotare e attingere da tutta la rosa. Chi riuscirà a farlo nel migliore dei modi, avrà un grosso vantaggio. Già contro lo Spezia, Inzaghi potrebbe ruotare alcuni uomini, per poi far arrivare la squadra più fresca a un appuntamento importante come quello contro la Lazio, squadra che può creare delle difficoltà. Il derby, poi, può dire già tante cose.

E' d'accordo con chi sostiene che l'Inter sia ancora la favorita per il titolo? Chi sarà la rivale principale dei nerazzurri?

Per principio, indico come favorita sempre la squadra che l'anno precedente ha vinto lo scudetto. Se hai vinto, qualcosa più delle altre hai dimostrato. Quindi, vedo il Milan davanti a tutti. Rispetto alla scorsa stagione, penso si sia aggiunta la Juventus, che ha preso giocatori importanti e pronti per vincere. Penso, dunque, che sarà una lotta a tre. Subito dopo metto la Roma, che ha un ambiente in questo momento esplosivo ed euforico. Le altre, secondo me, sono più distanti: il Napoli ha perso giocatori importanti e la Lazio secondo me non è ancora matura.

Capitolo mercato. I tifosi nerazzurri sperano che Skriniar resti. Quanto è importante tenerlo?

I numeri parlano per lui, è stato l'uomo più importante di una difesa che negli ultimi anni si è attestata su livelli di eccellenza, anche per i risultati aggiunti. Chiaro che, più si avvicina la fine del mercato, più diventerebbe difficile trovare un sostituto all'altezza.

Acerbi o Akanji possono essere rinforzi giusti per la difesa?

Potrebbero esserlo. Ma, per esperienza, dico che quando si parla tanto di alcuni giocatori, spesso poi si fanno altre scelte, magari a fari spenti. Sono due ottimi giocatori, ma non mi sorprenderei se, qualora restasse Skriniar, l'Inter andasse a prendere magari un giocatore giovane da far crescere.

E' spaventato dalla situazione societaria? Tanti tifosi sono apertamente schierati contro Suning e invocano una cessione...

Bisogna essere dentro il mondo Suning ed è molto complicato. Difficile dire cosa succede in casa d'altri. Manca un po' di trasparenza, quello sì, ma anche in condizioni difficili sono sempre riusciti a operare molto bene. Una proprietà serie a responsabile, qualora avverte l'impossibilità di continuare a valorizzare il club, prende in considerazione altre ipotesi. Mi aspetto che loro possano continuare a valorizzare l'Inter, così come promesso al loro arrivo. Tenendo conto del fatto che il nostro calcio non attraversa certo un momento florido.

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