Samuel Eto'o, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, è tornato a parlare di Inter, dall'esonero di Gasperini all'approdo di Ranieri, passando per il suo addio all'Inter, il rapporto con Moratti e con i suoi ex compagni:
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Eto’o: “Mi incazzo quando l’Inter perde. Fate giocare il Pazzo, è grande. Ranieri…”
Samuel Eto’o, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, è tornato a parlare di Inter, dall’esonero di Gasperini all’approdo di Ranieri, passando per il suo addio all’Inter, il rapporto con Moratti e con i suoi ex...
Via Eto’o e in poco più di un mese è successo già di tutto: stupito?
"Incazzato, più che altro. Quando mi arrivavano i risultati dell'Inter, avevo voglia di spaccare il cellulare. Quando me ne sono andato, non l’ho detto così per dire: non smetterò mai di essere interista. E allora per l'Inter soffro, sto male per non poterla aiutare".
I tifosi dicono: "Quando c'era Eto'o..."
"I tifosi mi hanno portato nel cuore e li ringrazio, ma oggi ci sono altri giocatori che devono essere sostenuti".
Uno in particolare?
"So che il Pazzo ha giocato poco, ma quando tornerà titolare sarà difficile togliergli la maglia. E’ uno dei rimpianti con cui me ne sono andato: avrei voluto giocare di più con lui. Se l'ho sentito? Ho sentito diversi compagni, soprattutto Sulley. Doveva andar via, invece ora sembra possa tornare utile. Ho sempre pensato potesse fare il titolare".
Una spiegazione per l'avvio difficile?
"Io sono lontano e non sta a me dirlo. Ma quando c'è un momento negativo c'è un perché e va trovato. Ma mi sembra che il peggio sia passato. L'Inter si riprenderà, anche perché mi fido ciecamente di Moratti".
L'ha definito "Dio in Terra"...
"E' stato come un padre, e continuiamo a sentirci. Chiunque lo conosca pensa una cosa del genere".
Ma è vero che Eto’o, fosse stato per lui, non se ne sarebbe andato?
"Questo ormai fa parte del passato, e io non mi guardo mai alle spalle: oggi sono felice dove sono".
Il rapporto con Gasperini?
"Abbiamo parlato a Pinzolo, ognuno ha le sue idee di calcio. Alla fine credo sia una brava persona e un buon tecnico. Ma nel calcio il cambio di allenatore è la soluzione più immediata".
Ranieri?
"Sono felice che abbiano scelto lui, peccato io fossi già andato via. Mi voleva al Chelsea e poi alla Juve: avrei lavorato volentieri con lui. Giusto per l'Inter? Non basta una persona, serve il gruppo. Poi, a quel gruppo può servire un leader, e credo che Ranieri sia in grado di esserlo".
Allo stadio per Cska-Inter?
"Passerò in albergo, ma non sarò allo stadio. Ho organizzato una cena per fare gruppo con quelli dell'Anzhi. Cose da leader? Cose che fa uno uno che è felice di quello che sta facendo. Non avrei mai pensato di poter venire a giocare in questa parte del mondo".
Mercenario?
"Le rispondo con una domanda: per cosa si lavora, se non per vivere e far vivere la propria famiglia al massimo, il meglio possibile? Per gli stessi soldi che guadagnavo all’Inter non sarei venuto, certo, ma chi lo avrebbe fatto? Chi mi chiama mercenario è libero di non crederlo, ma per me oggi rendermi conto di far felice gente che mi porta già nel cuore anche senza conoscermi vale quanto i soldi".
Quanto le manca la Champions?
"Magari la giocherò l'anno prossimo: ho firmato tre anni, è un progetto lungo".
Girare con le guardie del corpo?
"Per me sarebbe anche esagerato, ma mi dicono che non si può farne a meno giocando in Daghestan".
Lo sa che riderà molto meno quando in Russia arriverà il grande freddo?
"La prima fase del campionato finisce ad inizio novembre, poi si riprende a marzo e magari mi allenerò un po' a Milano, magari un po’ a Miami. E poi a Milano d’inverno mica ci sono trenta gradi...".
Lo stadio dell'Anzhi?
"E' piccolo, come quello di Cesena per capirci".Certo che San Siro..."
"Ho voglia di tornare a San Siro, molta: verrò per un derby, anzi veniamo insieme io e Matrix. Però in casa dell’Inter eh"
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