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‘Farsopoli non esiste’: l’Inter sceglie il silenzio ma qualcuno avrà  sorriso…

Silenzio. L’Inter lo ha scelto per commentare le sentenze di Calciopoli. Dopotutto il club nerazzurro non è mai stato citato dall’accusa. Semmai lo ha fatto la difesa, quella di Luciano Moggi, che ha scelto la teoria del ‘chiamavano tutti,...

Eva A. Provenzano

Silenzio. L’Inter lo ha scelto per commentare le sentenze di Calciopoli. Dopotutto il club nerazzurro non è mai stato citato dall’accusa. Semmai lo ha fatto la difesa, quella di Luciano Moggi, che ha scelto la teoria del ‘chiamavano tutti, nessun colpevole’. Gli interisti negli ultimi anni, e soprattutto dopo la scorsa estate, sono stati costretti a difendersi da un attacco mediatico che faceva pensare all’assoluzione. Ieri una frase più di tutte ha spiegato l’indignazione nerazzurra: “Non c’è rilevanza penale nelle intercettazioni nuove”, lo ha detto Capuano, il pubblico ministero.

Nessuna rilevanza penale. Va sottolineato perché è quello che i tifosi interisti hanno sempre detto: forse si c’erano le chiamate, ma non erano come le altre. Non chiedevano le stesse cose. Non avevano la stessa aria di imposizione, dopotutto venivano fatte da un ‘brindellone’ che si poteva intortare in qualsiasi momento. Lo dicevano loro naturalmente, gli interisti in quell’uomo hanno creduto sempre. Su di lui più di tutti è caduto fango come fosse una cascata. Non poteva replicare, difendersi, dire la sua. Ma da qualche parte nel suo angolo di cielo, seduto su una nuvola a fianco a Peppino Prisco, a Giacinto Facchetti sarà scappato un sorriso. Amaro, amarissimo. Gli hanno macchiato il calcio che è stato tutta la sua vita. E per chi lo ama anche solo la metà di quanto lo ha amato lui anche quella di ieri è stata una brutta giornata.

Era tutto vero. ‘Non era farsopoli’. Era uno schifo e lo sapevano tutti. Tutto era scandalosamente visibile, nessuno ne parlava. E anche adesso dopo un processo di primo grado qualcuno si indigna se il giudice dice ‘Tutti colpevoli’ e li senti dire ‘è un’ingiustizia’. Di ingiusto c’era quello ‘schifo’ e 'l'omertà' che lo ha avallato. Ora c’è una sentenza (per carità non è definitiva) a dire che c'è chi ha imbrogliato, ha fatto quello che ha voluto e quando ha voluto. La Juventus si è defilata: ‘Noi non c’entriamo nulla’. Come se i dirigenti condannati guidassero all'epoca dei fatti un’altra squadra. Assurdo. E davanti a cose così forse il silenzio, questa volta si, è il commento più giusto. Dimenticare no, quello non si può, sarebbe impossibile, imperdonabile.