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Gabigol: “Tante offerte, zero dubbi! Scudetto si può. Ruolo? De Boer sa che…”

L'attaccante brasiliano si mostra molto maturo: la voglia di Inter è tanta, ma in lui c'è anche la consapevolezza di dover ancora crescere

Alessandro De Felice

Ai microfoni del Guerin Sportivo, Gabriel Barbosa, meglio noto come Gabigol, si è raccontato lasciando trasparire tutta la sua voglia di Inter. A corteggiarlo, insieme ai nerazzurri, anche formazioni di Premier e Liga, e non mancavano le ricchissime offerte dalla Cine. Alla fine Gabigol ha scelto l'Italia, ma è consapevole che ci vorrà ancora un po' di tempo per vedergli fare la differenza sul prato del Meazza:

“Sono diventato ufficialmente un giocatore dell’Inter nel giorno del mio compleanno e questo è un regalo magnifico perché adesso sono in una società che ha fatto la storia del calcio. Per me è un’emozione fantastica e uno stimolo in più a dare il meglio di me. Potevo andare in Cina, dove mi offrivano tanti soldi, in Spagna o in Inghilterra, ma fin dall’inizio non ho avuto dubbi. Mi ha conquistato il calore della gente alla quale prometto grande impegno e determinazione anche se dovrò adattarmi in un campionato molto diverso da quello brasiliano. Il calcio italiano è più tattico, ma noi abbiamo una grande squadra e voglio vincere perché qui c’è tutto per riuscirci.

Lo scudetto? Si, abbiamo la possibilità di conquistarlo. I tifosi interisti sono eccezionali e mi hanno fatto molto piacere le loro testimonianze di affetto. Giocare a San Siro, uno stadio meraviglioso, è grandioso e spero che diventi casa mia come lo è stato il Vila Belmiro. Ho parlato più volte con de Boer e lui sa che non ho preferenze per quel che riguarda la posizione in campo: posso giocare come attaccante esterno o centrale, ma posso muovermi anche qualche metro più indietro. Starà a me adattarmi alle richieste dell’allenatore e a una realtà che sarà nuova. L’unico modo che ho di trovare spazio è quello di lavorare duramente in allenamento per poi sfruttare le possibilità che avrò per fare bene. L’esordio nel Santos è stato più facile perché tutti mi conoscevano e io conoscevo i movimenti dei miei compagni. Ora devo fare altrettanto in Italia ma sono certo che andrà bene”

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