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Gnoukouri: “Ecco la mia storia. Mio fratello è ancora più forte. Mancini mi disse…”

Assane Gnoukouri, intervistato da Inter Channel, ha parlato al termine del ritiro di Brunico di questi suoi primi mesi in prima squadra: “Farmi conoscere ai miei tifosi? Io non ho ancora tanti tifosi, ora lavoriamo per giocare prima e poi...

Daniele Mari

Assane Gnoukouri, intervistato da Inter Channel, ha parlato al termine del ritiro di Brunico di questi suoi primi mesi in prima squadra: "Farmi conoscere ai miei tifosi? Io non ho ancora tanti tifosi, ora lavoriamo per giocare prima e poi speriamo di avere tanti tifosi".

COME SEI ARRIVATO ALL'INTER?

"Sono andato a Marsiglia a fare il provino. Ho fatto due mesi al Marsiglia, poi ho giocato a Marano. Mi ha visto Beppe Giavardi e ha parlato col mio procuratore. Ho fatto un provino di tre giorni, poi ho fatto un torneo con loro e ho firmato con l'Inter. Dalla Costa d'Avorio sono arrivato a Parma e poi a Marsiglia. Mio padre stava a Parma ma lui non gioca, siamo tre. Mio fratello piccolo gioca qui all'Inter".

LA LINGUA?

"Sono arrivato in Italia nel 2013. Parlare la lingua è difficile per me. Anche io voglio andare a scuola, anche facendo gli allenamenti. Voglio un diploma solo italiano. In campo? Devi comunque parlare italiano per farti capire. Senza sapere l'italiano è difficile. Come mi chiama Mancini? Gnouk. Anche in Primavera mi chiamavano così. O Gnouk o Assane".

L'ESORDIO?

"Mi ha detto: Assane devi giocare. Mancini mi ha chiesto se avevo paura e io ho risposto di no. E lui mi ha detto: gioca facile, a uno o due tocchi. Io ho chiamato mia madre e le ho detto: prega per me perché non è facile giocare la prima partita proprio nel derby".

LA COSA PIU' DIFFICILE?

"La velocità della palla. Non possiamo giocare mezz'ora senza fatica come in Primavera. Giocare con la palla con i grandi è ancora più difficile che senza. E' bello giocare in prima squadra. Dopo la Roma ho festeggiato con il mio procuratore e i miei fratelli. Secondo me mio fratello più piccolo è più bravo di me, è un attaccante e segna tanto come deve fare un attaccante. Può arrivare in prima squadra ma deve lavorare ancora più duramente di me perché è più piccolo e non è facile arrivare in prima squadra".

I GENITORI...

"Sono stato in Africa quest'estate, erano due anni che non vedevo mia madre, mi sono commosso. Ma questa è la vita del calciatore, per avere tanti soldi bisogna lavorare sodo e andare a lavorare dovunque sia, anche in Inghilterra o in Cina. Mio padre mi parla sempre, mi dice di lavorare di più. Mio fratello? A Milano non sono con lui ma a Parma sempre"

CON CHI HAI LEGATO DI PIU' ?

"Con Juan Jesus. Con Camara siamo come fratelli. E lui è come mio fratello, è velocissimo"

COSA TI CHIEDE MANCINI?

"Mi chiede di giocare semplice. Con giocatori come Kovacic, Icardi, Guarin, Hernanes mi viene ancora più voglia di lavorare. Mi danno tanti consigli, da Hernanes a Guarin, anche Juan Jesus"

PENSI GIA' AL PRIMO GOL? HAI IN MENTE QUALCHE ESULTANZA?

"Non la voglio dire ma ho in mente qualcosa"

LA STAGIONE?

"Faremo di tutto per lavorare bene ed essere campioni d'Italia. Voglio ringraziare anche Sylvinho che mi dice sempre cosa devo fare, come devo giocare".