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Ibrahimovic: “Conte? Mi ci sarei trovato bene. Ecco perché lasciai l’Inter nel 2010”

Le parole dell'attaccante svedese

Marco Astori

A tutto Zlatan Ibrahimovic. L'attaccante dei Los Angeles Galaxy ha rilasciato una lunghissima intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale parla del suo futuro, ma anche del suo passato: «Ho 38 anni e l'entusiasmo di un ragazzino, con la stessa voglia di vincere: questo, per me, è tutto. Cosa farò? Il contratto scade a dicembre, ma non ci penso: valuterò con calma insieme allamia famiglia. Ritirarmi? Vediamo. Per continuare, come dico io, devo trovare un qualcosadi particolare, che possa tener vivo il fuoco che ho dentro. Escludo di chiudere al Malmö. L'Italia? Lo sapete, è la mia seconda casa».

Ibra, vuole fare annunci?

«Ho ancora un paio di mesi per decidere, l'importante è stare bene. A 30 anni iniziai a lavorare in modo maniacale sul corpo per mantenermi. Attenzione: sottolineo "mantenermi", non ho detto "diventare più forte". Questo è impossibile, più di così!». Prima risata.

Nemmeno un indizio?

«A Los Angeles ho passato un periodo splendido. Per proseguire, ho bisogno di certe motivazioni: qui o altrove».

Magari in Serie A.

«Da voi quanti momenti indimenticabili, ascolterò tutto. Detto ciò, indipendentemente dalla squadra, voglio lottare per il massimo: se tornassi vorrei puntare allo scudetto, non cerco chi mi dà fiducia solo perché sono Ibrahimovic. Non sono un animale da zoo che la gente va a vedere: posso ancora fare la differenza».

Ci sarà una squadra che la stuzzica.

«Ho apprezzato l'ultimo documentario dedicato a Maradona, nessuno è come lui. Ecco, vedendo l'amore di quella città mi verrebbe quasi la voglia di provare un'esperienza al Napoli: sarebbe fantastico replicare ciò che fece Diego».

Beh, è una «quasi notizia».

«Non sto dicendo che andrò là, la decisione finale dipenderà da vari aspetti, ma quella è una piazza che crea entusiasmo: con me il SanPaolo sarebbe pieno ogni domenica. E poi c'è Ancelotti, un grande».

E Mourinho?

«Era e resterà per sempre lo "Special One". Lo sento tuttora, ha avuto un impatto incredibile sulla mia carriera. E vorrei che fosse già su una panchina: la prossima avventura sarà vincente, sicuro».

All' Inter c'è Conte.

«Non lo conosco personalmente, ma tutti dicono dia il 500% ogni giorno. In questo siamo uguali, ci saremmo trovati bene insieme: entrambi crediamo nel sacrificio, l'unica strada per il successo. L'Inter ha fatto un super colpo».

Basterà per colmare il gap con la Juve?

«La Juve rimane la favorita, i nerazzurri sono in crescita. Al Napoli serve qualcosa di più, le altre sono indietro».

Fuori Icardi, dentro Lukaku: che cosa ne pensa?

«Per Mauro parlano i numeri, tuttavia ho un debole per chi si fa il mazzo per i compagni. Su Romelu, dico questo: non aspettatevi cose strepitose a livello tecnico, la sua arma migliore è la forza. Certo, se mi avesse ascoltato...».

In che senso?

«Allo United facemmo una scommessa: "Ti do 50 sterline per ogni stop giusto". Lui: "E se li azzecco tutti, cosa mi dai?". "Nulla, semplicemente ti rendo un calciatore migliore!". Per la cronaca, non accettò mai. Forse aveva paura di perdere. Scherzi a parte, Lukaku è così: ha una voglia matta di spaccare il mondo. Farà bene pure all'Inter».

Se potesse tornare indietro, lascerebbe ancora l'Inter?

«So che vuole arrivare al Triplete... Tutti vorrebbero vincere la Champions, sarei uno stupido se pensassi il contrario: a me manca e sarebbe stato un premio prestigioso in più da aggiungere alla bacheca, ma in quel momento avevo bisogno di altro. E pensavo che il Barça fosse la scelta migliore: l'errore fu snaturarmi per cercare di diventare come loro.

Non ho rimpianti, solo questo».

Moratti?

«Impossibile che qualcuno possa parlare male del Presidente. Gli voglio tanto bene, ha un cuore enorme. Per lui la persona è tutto, il calciatore viene dopo».

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