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Ibrahimovic, non solo una suggestione. Raiola ha chiamato l’Inter e c’è già la proposta nerazzurra

Si muove qualcosa per l'attacco dell'Inter e lo svedese potrebbe davvero essere un nome concreto per Conte

Andrea Della Sala

Con l'infortunio di Sanchez, l'Inter si guarda attorno per il reparto offensivo e pensa anche a un grande ritorno: quello di Zlatan Ibrahimovic. Per ora una semplice suggestione, ma c'è un retroscena su questa trattativa:

"Circa tre settimane fa Mino Raiola, procuratore dello svedese, bussa alla porta nerazzurra: «A fine dicembre si svincola, non è che vi serve?». Per carità, il buon Mino lo avrà fatto anche con altre squadre, però nella nuova sede di Viale Liberazione quella porta non si chiude del tutto. Ci si pensa, se ne parla. Le considerazioni si fanno strada tra normali dubbi e la sensazione che potrebbe essere un vero affare. I dubbi ovviamente riguardano l’età: 38 anni", rivela il Giornale.

"La voglia è sempre la stessa: quella di un ragazzino. Il fisico (quasi) anche. La mira pure. Così ecco l’affare: Zlatan è un nome ancora spendibile a livello internazionale e contro gli avversari, la sua esperienza potrebbe essere d’aiuto. In campo e fuori, per aiutare un settore d’attacco che va dai 17 anni di Esposito ai 25 di Lukaku. E, soprattutto: Ibra è Ibra. Il discorso dunque resta aperto e i contatti proseguono. L’ego del campione si quantifica in una richiesta di 2 anni e mezzo di contratto, la logica interista si ferma con uno e mezzo e poi si vede. Per lo stipendio si parte dagli oltre 6 milioni che Zlatan prende dai Galaxy a scendere (un po’). Poi succede anche che l’Inter affronta Barcellona e Juve e si accorge come l’asticella sia ancora un po’ alta. E dopo ancora che Alexis Sanchez lascia la caviglia in un’amichevole e un bel vuoto in attacco (se rientra a inizio anno, quando tornerà in forma?). Insomma: Ibra all’Inter è fantasia o un bel paracadute, tra l’altro preso a zero euro? Alla fine l’unica risposta per ora è quella di Marotta, ed è la prima. Come fu per Conte o per Lukaku, si potrebbe aggiungere. Ma il calcio è così: sarà il mercato, come sempre, a dire la verità", aggiunge il quotidiano.