Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel, è Mauro Icardi. Il capitano dell'Inter si è raccontato al canale tematico nerazzurro, rispondendo alle numerose domande dei tifosi.
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Icardi: “Ko? Gruppo unito. Mancio mi ha cambiato. Obiettivi e Inter per sempre…”
Il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel, è Mauro Icardi. Il capitano dell’Inter si è raccontato al canale tematico nerazzurro, rispondendo alle numerose domande dei tifosi. Questa la diretta...
Questa la diretta testuale:
-Tatuaggi?
Tutti rappresentano qualcosa della mia vita. Sono per la mia famiglia.
-Con la Sampdoria?
Già dal riscaldamento la gente mi voleva massacrare, è stato bello anche per questo. L'anno scorso continuava uguale. Mi aspetto accada la stessa cosa. Da parte nostra ci sarà sempre la volontà di vincere. La Samp non solo quest'anno ha fatto benissimo in campionato, è andata in Europa. Da due o tre anni fanno bene. Nons arà facile, sarà una partita molto dura.
-Si mangia meglio in Argentina o in Italia?
Dipende da cosa si mangia. Io mangio tanta carne e l'asado è la cosa più buona al mondo. Non mangio molta pasta, mi piace più la pizza. Non la so fare, ma la mangio.
-Gol in rovesciata contro la Juve al 90esimo?
In tutti i momenti, non solo al 90esimo. Mi hanno tolto già la gioia del gol in rovesciata, me lo hanno annullato per fuorigioco che non c'era.
-Matrimonio?
Con la nascita di Francesca i due momenti più belli. Noi siamo fatti così, quando sei un personaggio pubblico ci sono persone che parlano bene e persone che parlano male. Noi facciamo la nostra vita, le nostre vite, senza prestare attenzione a cosa viene detto fuori. Siamo molto tranquilli.
-Foto con la famiglia?
Francesca non si manteneva da sola e quindi è vicino alla mamma. A me e a Wanda piace fare foto. La mia famiglia è bellissima, entrambi stiamo vicino ai bambini, facciamo tutto per loro. I primi due ora stanno alla scuola calcio dell'Inter.
-Contro la Fiorentina hai dato tutto...
Non è stato solo il mio impegno, ma tutta la squadra ha aiutato. nello spogliatoio infatti dicevamo di dover essere uniti, altrimenti ne avremmo presi 10. La Fiorentina gioca bene con il pallone. Io sto davanti e quindi se arriva un pallone devo fare tutto.
-A quale numero 9 dell'Inter ti ispiri?
Ronaldo ha giocato anche col 9, il migliore al mondo sicuramente.
-Ti usi a Fifa?
Mi somiglia tanto, anche l'esultanza è come la mia. Quando giochiamo i bambini prendono l'Inter, io prendo la squadra di Rosario. Uno dei bimbi è migliorato tanto, è cresciuto e gioca meglio. In squadra il più forte è Juan, vince contro tutti, non ci ho nemmeno provato. E' fissato, ha sempre la Play, gioca tutto il giorno. Io mi alleno con i bambini, lui da solo.
-Boato del pubblico?
Si sente, è bello sentire la gente emozionata. Ma l'ho sentito più forte al gol contro la Juve, era la mia prima partita. Si è sentito il rumore dei tifosi.
-Gol più bello e importante?
Forse non il più bello, ma il più importante è stato quello dell'esordio in serie A con la Samp, ma anche il gol contro la Juve con la maglia dell'Inter, il mio primo qui. E' stato sicuramente il più importante. Un attaccante quando entra in area deve far gol. Un altro bello è stato contro la Roma, ho fatto una grande cosa: saltato l'uomo e calciato subito. Il più bello forse quello col Bologna, si è sentito il rumore del palo.
-Numero alla Samp?
Avevo scelto il 99, poi è arrivato Pellé e voleva questo numero. Quindi poi ho preso il 98. Ho la maglietta del gol contro il Genoa e anche il pallone di un altro match.
-Primo gol con la maglia della Sampdoria?
Il primo era con la Juve Stabia. In serie A invece al derby contro il genoa. Era la mia prima partita da titolare, non avevo mai giocato dall'inizio. Ho fatto una grandissima partita, anche in un altro gol c'è stata una mia azione da metà campo, poi il difensore l'ha deviata in porta.
-Foto con Messi?
Ero a Barcellona a firmare i documenti del trasferimento alla Sampdoria e gli ho chiesto di fare una foto con me, mia mamma, mio padre, lo conoscevo.
-Parteciperesti alle prossime Olimpiadi di Rio? Cosa pensi di Martino?
Come dico sempre la Nazionale ha i migliori attaccanti al mondo, siamo in tanti e quasi tutti di Rosario. Sono tranquillo, sono giovane, questa opportunità arriverà se continuerò a fare bene. Nazionale italiana? C'era la possibilità di andare nelle giovanili dell'Italia. Ringrazio tanto questo paese perché mi ha dato tanto, ma per un argentino giocare per la nazionale argentina è il massimo.
-Sogni i gol?
Non li sogno, ma li ricordo tutti.
-Ti trovi meglio con l'attacco a due o a tre?
Io faccio in ogni caso la stessa cosa, la punta centrale. Per me non cambia tanto. Sono gli altri più che altro a doversi adattare.
-Quale allenatore ti ha insegnato di più?
Fino a quest'anno facevo solo un ruolo. Non so se mi ha insegnato di più lui, perché ognuno vuole fare il suo meglio, ma Mancini mi ha aiutato di più, mi ha insegnato a non giocare più solo in area, ma a giocare anche per la squadra. Da piccolo ero un po' egoista, ora non la penso più così.
-Lasciare il Barcellona e arrivare alla Samp, come hai vissuto quel momento?
Sono arrivato a Genova dal settore giovanile del Barcellona. Qui in Italia mi è stato subito detto di andare in prima squadra, per questo ho fatto questa scelta, avevo 17 anni. Passare in Italia in prima squadra a fare strada, allenarmi con la prima squadra, fare questo salto era per me importante. In sei mesi sono andati male e per non bruciarmi mi hanno fatto giocare più in Primavera che in prima squadra.
-Vinciamo lo scudetto?
Parlarne adesso quando si vincono partite così è facile, la gente si emoziona. Bisogna vedere a marzo/aprile dove siamo, cosa si può raggiungere. Tutte le squadre vogliono fare il meglio.
-Dove puoi migliorare?
Con il sinistro. A volte poi mi rilasso troppo, sono cose che possono sempre migliorare, sono giovane, ho grande margine. Testa? E' una qualità. Acrobazie? L'anno scorso in rovesciata me l'hanno annullato. Mi piace il destro a giro, quando mi capita da fuori area credo di poter fare male.
-Obiettivi personali e di squadra quest'anno?
Fare come l'anno scorso o anche meglio a livello personale. Assist? L'anno scorso 7 o 8. Con Palacio ci capiamo molto bene, anche lui ne ha fatti a me. La società ha fatto grandi investimenti per portare l'Inter in alto, dove merita. Non possiamo dire da ora, ma speriamo di arrivare più in alto.
-Monetina dell'arbitro?
Guardo sempre cosa esce. A volte è Samir a chiedere il campo, per il sole.
-Accanimento dei media contro la squadra?
Da fuori si parla tanto, noi sappiamo cosa fare in campo, cosa fare in allenamento, sappiamo quanto lavoro facciamo, questa cosa ci dà serenità, sappiamo che gruppo siamo e cosa vogliamo fare. Fuori poi si parla bene o male. Siamo molto tranquilli.
-Capelli a Barcellona? Cosa pensi della tua esperienza lì?
C'è una spiegazione. Quando alle Canarie si vinceva il campionato si andava dal parrucchiere e poi si coloravano i capelli. Poi li ho tagliati. Esperienza? Unica, è stato questo che mi ha fatto arrivare dove sono oggi. Ho imparato tanto, non solo calcisticamente, ma anche a livello umano, di comportamento. Non si guarda solo il calcio, ma anche la scuola. In quel Barcellona c'era Rafinha, ma ho giocato anche con Sergi Roberto, Montoya, Bartra.
-La sconfitta è servita per dare una scossa?
Conosciamo il gruppo, siamo molto uniti, si vede nello spogliatoio. E' stata una serata storta dall'inizio. Dobbiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto nelle prime giornate, anche se si parla e si dice che abbiamo un brutto gioco. Sono cose esterne. Noi lavoriam omolto bene nella settimana, dal primo all'ultimo, questo ci dà la forza di andare avanti.
-Con quale compagno vai più d'accordo? Rapporto con Ranocchia dopo il passaggio di fascia?
Passo più momenti con Guarin, condividiamo la camera, la nostra è un'amicizia che va al di là del calcio. I figli di Guarin sono amici dei miei, c'è fiducia, vengono a giocare con me. C'è un forte legame con loro, a me poi piacciono i bambini. Con Ranocchia tutto normale, non è successo nulla.
-Cosa ti manca di Genova? Del periodo doriano?
Mi manca il mare. Qui a Milano non c'è il mare e fa più freddo, io soffro un po' il freddo,e ro abituato al clima delle Canarie: 25 gradi sempre. Di Genova mi manca principalmente questo.
-Cosa dici della tua esperienza alle Canarie?
Ho fatto circa 500/600 gol, anche dribbling. Ora è più difficile, ho bei ricordi però di quel periodo. Giocavamo anche contro l'Espanyol che al momento era la cantera più forte.
-Cambiamento anche fuori dal campo. Il tuo obiettivo?
Fare bene ogni anno, per un attaccante l'obiettivo è sempre fare gol, essere capocannoniere. Credo che questo sia l'obiettivo di un attaccante, ciò che lo rende felice.
-Facile giocare nel nuovo modulo?
Giocare un po' di più per la squadra è una cosa che mi ha chiesto il mister dal primo giorno. Se me lo dice è per il mio bene. Mi metto a disposizione della squadra, ho imparato subito a fare quello che mi ha chiesto il mister. Il mister anche giocava un po' così, gli piaceva giocare con la palla e poi aveva l'istinto del gol. Mi ha chiesto di giocare un po' fuori dall'area.
-Copertina di Fifa 16?
Ci sono i due di Rosario, è stata una bella cosa. E' curioso, è una casualità. Ci sono tanti giocatori di Rosario forti: Di Maria, Mascherano, anche Lavezzi.
-Cosa dici di Rosario?
Sono stato lì fino a 9 anni. Ho conosciuto lì tante persone, i miei amici sono ancora lì. Campioni nascono tutti lì? Ce ne sono vari, il più importante è Messi.
-Restare all'Inter come ha fatto Zanetti?
Come ho sempre detto sono qui perché è una mia scelta, l'ho voluto da quando ero alla Samp, era la squadra per cui tifavo qui in Italia, è per me una grande opportunità. Ora sono qui, posso esserne felice, spero di restare a lungo, l'ho sempre detto.
-Cosa è andato storto con la Fiorentina?
Una di quelle sere in cui va male tutto, abbiamo preso un rigore dopo due minuti, altro brutto colpo l'espulsione di Miranda. Aiutare la squadra? E' stato un momento di difficoltà, come squadra non potevamo uscire, io ho provato da solo a uscire, a disturbarli, per vedere se commettevano qualche errore per accorciare le distanze.
-Essere capocannoniere?
per un attaccante il traguardo deve essere quello, ma poi dipende da come va la stagione. Ce l'ho in testa sempre questo obiettivo da quando ho iniziato a giocare alla Sampdoria. Poi ho conquistato il titolo l'anno scorso. Speriamo di continuare così. Non c'è solo Toni a fare gol, c'è Eder, Higuain sta facendo bene. In serie A ci sono tanti attaccanti bravi. L'anno scorso ho fatto bene ed è stato bello essere capocannoniere, non si può sempre, ma io sono lì.
-Cosa ha a che fare con te il Piemonte?
I miei parenti italiani sono piemontesi. Non ci sono mai stato, ma mio padre voleva andare a conoscere un po' le nostre origini.
-Che sensazione ti dà essere trascinatore di una squadra come l'Inter?
Essere capitano mi dà una grande soddisfazione, guido il gruppo, sono un riferimento nello spogliatoio, ma dico sempre che il capitano non sono solo io, dobbiamo essere tutti coinvolti in questo. Non è la fascia che mi rende trascinatore, ma il fatto che sono attaccante e faccio gol, così la penso.
-E' stato bello che il mister ti abbia scelto?
Si sentiva in giro questa voce, sui giornali. Quando è iniziato il campionato mi sono trovato con la fascia. La prima è stata con l'Atalanta e sono stato sfortunato per l'infortunio. La seconda, contro il Milan, l'ho dedicata a Javier per i tanti anni che ha passato qua. Ne ho fatte fare due, una l'ho tenuta io e una gliel'ho regalata.
-Una fascia speciale per ogni occasione?
Non penso di farne una speciale per tutte le partite ma per quelle importanti faremo qualcosa di diverso.
-Avevi mai pensato di diventare capitano?
Sinceramente no. Mi aspettavo solo di fare gol e grandi cose. Sono scelte che si sanno da un giorno all'altro, non mi aspettavo questa cosa.
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