Meno forte ma più completa. È questo il ragionamento che si è sentito più spesso in merito all'Inter alla conclusione del calciomercato. E questo vale per un reparto su tutti, quello offensivo, con i nerazzurri passati da avere solo Lautaro e Lukaku (con Sanchez a mezzo servizio) ad avere ora anche Dzeko e Correa. E quante soluzioni per Simone Inzaghi: "Dove li metti, stanno - scrive La Gazzetta dello Sport -. Senza battere ciglio e con la medesima pericolosità. Nelle prime due uscite in campionato e nei rispettivi impegni con le nazionali, i tre attaccanti al servizio di Inzaghi si sono ritrovati a interpretare ruoli diversi con compiti differenti. Ma il risultato è stato sempre lo stesso. Gol, assist e costanti fraseggi, come se i tre fossero compagni da anni. Nel 3-5-2 di Inzaghi (che finora non ha potuto testare Sanchez) i tre bomber sono destinati ad alternarsi a seconda delle esigenze e delle circostanze, ma il tecnico nerazzurro adesso sa di poter dormire sonni tranquilli in qualsiasi situazione.
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Inter, bomber e intercambiabili: quante soluzioni con Lautaro, Dzeko e Correa
Inzaghi si ritrova tre potenziali coppie perfettamente intercambiabili, tutte con la medesima capacità di colpire e far colpire
A Verona si è avuto un assaggio della forza d’urto capace di produrre l’accoppiata Dzeko-Lautaro. Con il bosniaco ad agire da punta centrale e da regista offensivo per liberare spazi a favore del Toro. Per un quarto d’ora scarso si è vista anche la coppia Dzeko-Correa dopo la staffetta tra i due argentini, per finire con il Tucu nel ruolo di unica punta. Risultato? Un sigillo per Lautaro, due per Correa e un’infinita serie di scambi in zona d’attacco, con preziose sponde del bosniaco prima per il Toro e poi per il Tucu. A Inzaghi resta ancora da testare i due argentini in coppia. Ma l’esibizione albiceleste in terra venezuelana ha offerto una prima, importante garanzia sulla bontà della soluzione.
Quante soluzioni
E’ vero che l’Argentina gioca solitamente con il 4-3-3, ma i movimenti e il raggio d’azione dei due si possono tranquillamente trasferire nell’attacco a due di Inzaghi. Merito della capacità del Toro d’interpretare con disinvoltura tanto il ruolo di attaccante centrale quanto quello di seconda punta, un po’ come ha fatto anche Correa a Verona. Inoltre, i compiti e i movimenti del Tucu nel trio offensivo albiceleste ricalcano quelli di Lautaro in nerazzurro. Così come il lavoro svolto dal Toro in nazionale risulta sovrapponibile a quello richiesto a Dzeko. Se il bosniaco è una prima punta pura con caratteristiche tecniche da regista, capace di aprire spazi e fare da sponda, i due argentini possono indossare differenti vesti e scambiarsi di ruolo senza ridurre l’efficacia della manovra. Potendo anche sobbarcarsi il peso del reparto a seconda delle necessità.
Il risultato in ogni caso è il medesimo, non solo in termini di gol e assist. Il costante fraseggio e i rapidi uno-due dell’accoppiata Dzeko-Lautaro si sono visti anche tra il Toro e il Tucu in maglia albiceleste. Questione di affinità tra giocatori dall’elevato tasso tecnico, dallo spiccato fiuto per il gol e dalla naturale propensione a partecipare alla manovra. Perché Dzeko non è il classico “puntero” buono a giocare solo spalle alla porta. Perché Lautaro è abile tanto ad attaccare la profondità quanto a spaziare sull’intero fronte offensivo. E perché Correa sa farsi valere sia quando c’è da fare a spallate sia quando si tratta di scardinare le difese avversarie con improvvisi tagli verso il centro. A prescindere da chi giochi, i tre hanno dimostrato di sapersi cercare e di sapere esaltare le rispettive caratteristiche individuali. Inzaghi si ritrova così tre potenziali coppie perfettamente intercambiabili, tutte con la medesima capacità di colpire e far colpire. Oro colato per l’attacco nerazzurro, che si conferma più completo e variegato di quello precedente targato all’insegna della “LuLa”", conclude la Rosea.
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