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Godin: “Stiamo imparando tanto da Conte, ci trasmette la sua passione. Dobbiamo essere squadra”

Il difensore dell'Inter ha parlato della nuova esperienza in Italia e del tecnico dei nerazzurri Conte

Andrea Della Sala

Questa sera l'Inter sarà in campo a Barcellona per un match fondamentale per il cammino dei nerazzurri in Champions. A comporre il trio difensivo della formazione di Conte ci sarà anche Diego Godin, insieme a De Vrij e Skriniar; proprio l'uruguagio, intervistato dalla Uefa, ha parlato della sua nuova esperienza in Italia:

In una competizione come la UEFA Champions League, come dovete difendere tu e i tuoi compagni dell’Inter per vincere?

"Quello che vale in Champions League vale per qualsiasi altra competizione... Finora ho imparato e ho visto che, per poter fare bene, bisogna essere una squadra e sapere cosa significa essere una squadra. Tutti i giocatori devono impegnarsi a difendere su ogni pallone e a fare tutto quello che serve dal punto di vista difensivo. Dobbiamo sapere come muoverci quando non abbiamo la palla per aiutare i compagni, difendere e riconquistare il pallone. Tutti e 11 i giocatori devono impegnarsi così… È fondamentale, sia in partita che per raggiungere i propri obiettivi calcistici".

Finora gli allenamenti non sono stati molti e la stagione è appena iniziata. Che cosa hai imparato da Antonio Conte?

"Impariamo ogni giorno. È un processo quotidiano, soprattutto perché per noi è un allenatore nuovo. Per ora siamo in una fase di adattamento e sviluppo. Il mister ci comunica i suoi concetti, ci fa capire come vuole che giochiamo, come deve lavorare la squadra e la sua mentalità. Ci trasmette anche la sua passione, ovvero il suo modo di vivere la vita e il calcio: anche questa è una parte molto importante. Non solo ci spiega i suoi concetti tattici, ma anche il suo modo di “sentire” il calcio, che ha la stessa importanza. E noi impariamo. Non posso fare esempi particolari, ma stiamo imparando molto".

Essendo un difensore, hai avuto la possibilità di venire a giocare in Italia, che è nota per l’importanza che dà alla fase difensiva. Questo ti ha motivato ancora di più a venire all’Inter?

"Sì, forse, ma non era l’unico motivo. È vero, però, che sono più adatto al calcio italiano che a quello inglese, anche per le sue caratteristiche e per il modo di vivere il calcio. Dal punto di vista culturale, Italia e Spagna sono più simili rispetto all’Inghilterra. Ed è anche vero che siamo più simili come mentalità calcistica e per la passione dei tifosi".

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