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Inter, il dossier nelle mani di Marotta incastra Spalletti? Non solo il tecnico sotto osservazione

Inter, il dossier nelle mani di Marotta incastra Spalletti? Non solo il tecnico sotto osservazione

La riflessione all'indomani del pareggio tra Udinese e Inter

Daniele Vitiello

In attesa di capire cosa faranno le dirette concorrenti per un posto in zona Champions League, l'Inter non riesce ad andare oltre lo 0-0 alla Dacia Arena di Udine contro i bianconeri di Igor Tudor. Monta il rammarico in casa nerazzurra per il mezzo passo falso, quarto pareggio nelle ultime cinque gare disputate, freno a mano che incoraggia le inseguitrici quando il fotofinish si avvicina e rallentare è più pericoloso che in altri frangenti. Conduce la gara per larghi tratti la squadra di Luciano Spalletti, forte del possesso palla divenuto ormai segno inequivocabile dell'impronta del tecnico toscano, non aiutato però dalle polveri bagnate degli uomini del reparto offensivo. Pesa, al netto delle difficoltà di trovare talvolta spazio tra le casacche incollate dei friulani in fase di non possesso, la mancanza di cinismo negli ultimi metri: manca a questa Inter il guizzo del singolo che le permetta di concretizzare una supremazia territoriale sì congeniale alle proprie caratteristiche, ma che rischia di trasformarsi in mero esercizio di palleggio senza sbocchi. E qui la responsabilità non è solo degli attaccanti, ma di tutti coloro che partecipano alla fase offensiva, dagli esterni offensivi e ai centrocampisti.

RIFLESSIONI IN CORSO - Il pareggio di Udine consegna alla società l'ennesimo file da inserire nel dossier che aiuterà la riflessione sul futuro di Spalletti. Pur tenendo conto delle dichiarazioni di Beppe Marotta nel pre partita, il tecnico toscano non è ancora certo della permanenza e peseranno, insieme ai diversi meriti che si porta dietro al termine di questo biennio, anche il non essere riuscito a trovare un'alternativa per lo sviluppo del gioco contro squadre fisiche barricate nella propria trequarti, oltre all'eccesso di timore negli scontri diretti palesato proprio nel filotto recente. Ma la lente d'ingrandimento è inevitabilmente fissata anche su chi come Ivan Perisic non riesce a galleggiare al di sopra del livello delle aspettative riposte nei suoi confronti con una adeguata continuità. Gli alti e bassi di sempre collocano il croato tra i calciatori di cui si farà a meno al termine della stagione senza particolari rimpianti, spinti anche dalla volontà palesata nei mesi scorsi, perché il sacrificio in fase di ripiego è elemento apprezzabile, ma che alla lunga non giustifica le mancanze nella zona di competenza.

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