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Inter, ecco la reale situazione di bilancio e plusvalenze. E cosa aspettarsi dal mercato

L'Inter è finalmente uscita dal settlement agreement. Cosa riserva il futuro ai nerazzurri?

Redazione1908

"Riportare l'Inter nell'elite del calcio mondiale". E' stato questo il messaggio che ieri, all'inaugurazione della nuova sede, Steven Zhang ha nuovamente lanciato ai dipendenti dell'Inter. A che punto è la fase di rinascita del club nerazzurro? A maggio, finalmente, è arrivato il via libera della Uefa: l'Inter è fuori dal settlement agreement. Allora perché si continua a parlare di plusvalenze da fare entro giugno? La prima risposta è che l'Inter non deve fare plusvalenze ma vuole fare plusvalenze.

E in questa spiegazione, ci aiuta la puntuale analisi fatta dalla rivista "Ultimo Uomo".  Andiamo per gradi:

IL BILANCIO - "Gli ultimi due esercizi del triennio hanno chiuso con deficit di 24,6 milioni (nel 2016-’17) e 17,7 milioni (nel 2017-’18), che una volta scorporati dei costi non rilevanti per il Fair Play Finanziario (tasse, investimenti nel settore giovanile, ammortamenti non riguardanti il patrimonio calciatori: quantificabili in circa 18 milioni annui), hanno permesso all’Inter di chiudere i primi due anni del triennio 2016-2019 con un passivo di appena 6 milioni. Ciò vuol dire che per essere ragionevolmente certi di non finire nuovamente nelle maglie della UEFA ai nerazzurri basterà chiudere il bilancio 2018-’19 con un passivo totale non superiore ai 40 milioni (cifra che equivarrebbe a -22 nei conteggi del FFP per quanto spiegato in precedenza)".

LE PLUSVALENZE - "Analizzando i conti di questa stagione, l’obiettivo parrebbe essere già raggiunto anche senza l’obbligo di incamerare plusvalenze entro il 30 giugno. Il bilancio dovrebbe aumentare di 83,6 milioni, pur mancando all'appello i 51,2 milioni di plusvalenze dell'anno scorso. Le voci che vorrebbero l’Inter intenzionata a incamerare 30 (o per alcuni 40) milioni di plusvalenze entro il 30 giugno sembrerebbero mettere in risalto l’obiettivo di Suning di centrare per la prima volta un reale pareggio di bilancio, non la necessità di adeguarsi ai parametri Uefa"

GODIN E CONTE - "L’ex tecnico della Nazionale ha firmato un contratto di 11 milioni di euro netti a stagione: il che significa 17,2 milioni di euro lordi per il 2019-’20, tenuto conto dei benefici fiscali contenuti nel Decreto Crescita. Mentre il centrale proveniente dall’Atletico Madrid guadagnerà 6,75 milioni netti, pari a 10,6 milioni lordi"

IL RITARDO DEGLI SPONSOR - "Due importanti sponsor (Full Share e Lvmama), che garantivano 10 milioni annui ciascuno al club, hanno deciso di interrompere la collaborazione con i nerazzurri a partire dal 1° luglio 2019. E inoltre c’è qualche malumore in società per il ritardo nei pagamenti di alcuni partner asiatici per un totale di 75 milioni. Togliendo, oltre ai 20 milioni sopracitati, anche le poche plusvalenze realizzate nel 2018-’19 e conteggiando i soli ricavi garantiti della prossima partecipazione alla Champions League (il quarto posto e la posizione nel ranking decennale permettono di stimare questa cifra in 35,5 milioni) e l’impatto sul bilancio delle prime operazioni di calciomercato, ingaggio di Conte compreso, a oggi l’Inter presenterebbe per il 2019-’20 un passivo di 78 milioni, circa il doppio del massimo consentito come margine di sicurezza per non sforare il break-even UEFA 2018-’20"

COSA ASPETTARSI DAL MERCATO - "Se fino all’anno scorso le plusvalenze erano servite in maniera preponderante per rimettere a posto i conti, quest’anno potranno quindi finalmente essere utilizzate per finanziare gli acquisti e questo giustifica la caccia nerazzurra a giocatori costosi per prezzo e ingaggio, come Dzeko e Barella finanziati dalle cessioni di giovani come Emmers e Vanheusden e giocatori non centrali nel progetto. Per l’eventuale “ciliegina sulla torta”, che potrebbe essere rappresentata da Lukaku o Dybala, sarà invece necessario vendere uno o due calciatori di livello. Il maggiore indiziato è ovviamente Icardi, che garantirebbe una plusvalenza pari al suo costo di cessione"

LA CONCLUSIONE - "L’Inter, ad ogni modo, è tornata a respirare e può programmare un’ulteriore crescita rispetto agli anni passati e nessun sacrificio sarà inconsolabile: poche squadre possono dirsi in una posizione tanto fortunata, in Italia."

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