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Inter, nessun obbligo Uefa per le plusvalenze: scelta voluta. I 50 mln? No, ecco le cifre

L'Inter, dalla prossima estate, uscirà definitivamente dal settlement agreement

Redazione1908

L'Inter si avvia ad uscire dal settlement agreement. Questi mesi sono, infatti, gli ultimi con i nerazzurri ancora sotto sanzione per il fair play finanziario. Dal prossimo luglio, la società sarà più libera di operare sul mercato, tenendo ben presente che le regole Uefa saranno comunque in vigore. Ma l'Inter dovrà rispettarle come tutti i club, senza sanzioni particolari.

Ma quanto c'è di vero nella notizia che vuole la società nerazzurra ancora impegnata nel racimolare almeno 50 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno? Marco Bellinazzo, nel suo articolo su Goal.com, fa il punto della situazione: "L’Inter ha raggiunto l’obiettivo di chiudere il bilancio al 30 giugno 2018 in pareggio realizzando plusvalenze per 45 milioni soprattutto grazie alla cessione di giovani promesse della primavera. Entro la fine dell’esercizio in corso al 30 giugno 2019 l’Inter non ha un obbligo discendente dal settlement di raggiungere il pareggio di bilancio e quindi non è costretto a fare determinate plusvalenze".

LA SCELTA PONDERATA DELLA SOCIETA' INTER - "Tuttavia la dirigenza si è imposta di perseguire anche quest’anno uno stretto equilibrio tra ricavi e costi per cominciare al meglio la prima stagione completamente libera dalle sanzioni Uefa. Dal 2018, in effetti, il regolamento Uefa dovrebbe prevedere una ulteriore restrizione sulle perdite ammissibili nel triennio: dopo la fase in cui erano ammessi 45 milioni e quella in cui si faceva riferimento a una soglia di tolleranza di 30 milioni triennali, ora dovrebbe scattare un monitoraggio più severo con l’obbligo per i club di chiudere i conti triennali a 0, salvo un deficit di 5 milioni ritenuto comunque perdonabile (su questa novità sarebbe peraltro auspicabile un chiarimento ulteriore della Uefa)".

50 MILIONI? NE BASTERANNO 20 - "Il bilancio dell’Inter nel 2017 si è chiuso con una perdita di 17 milioni (dopo le imposte) e con uno squilibrio strutturale di una cinquantina di milioni (tolte le plusvalenze). I conti del 2019 saranno più pesanti sul fronte dei costi per l’impatto dei nuovi acquisti e dei rinnovi contrattuali (Icardi in primis), ma si gioveranno degli introiti della Champions e dell’Europa League.

Questi ultimi dipendono dal percorso che si farà nella seconda competizione continentale. Alla fine è probabile che ci sarà un rosso da colmare ricorrendo alle cessioni. Ma potrebbero bastare anche una ventina di milioni. Questo dovrebbe permettere all’ad Beppe Marotta di potersi muovere con una certa agilità sul mercato, senza più le ipoteche del “passato”.

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