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L’Inter e la seconda stella: non è questo il cammino. Il peccato capitale di Inzaghi

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Approccio, stanchezza e personalità: l'analisi di FcInter1908 su Torino-Inter

Gianni Pampinella

Le vittorie di Milan e Napoli obbligavano l'Inter a uscire da Torino con i tre punti. Invece, come accaduto spesso in questo 2022, i nerazzurri sbagliano approccio e vengono salvati da Sanchez nei minuti di recupero.

LA GARA - La squadra di Juric è aggressiva, fa sue le seconde palle, vince quasi tutti i duelli individuali e va meritatamente in vantaggio. L'Inter è lontana parente della squadra che è riuscita a sbancare Anfield, si presenta allo Stadio Olimpico Grande Torino svuotata, senza idee, graziata da Guida e il Var e con il peso sulle spalle di vincere a tutti i costi. Lo stesso peso che non è riuscita a sopportare con Genoa e Sassuolo, sintomo che questa è una squadra che pecca in personalità. Una lacuna che la scorsa stagione era stata colmata da Antonio Conte.

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IL PECCATO DI INZAGHI - Una squadra che ha perso tutte le proprie certezze per 5 minuti di follia nel derby e che a distanza di settimane fa ancora fatica a rialzare la testa. I cambi di Inzaghi nel secondo tempo, da rivedere nella gestione delle partite, hanno solo prodotto confusione in campo. Una prestazione così non si può spiegare solo con l'assenza di Brozovic. È questo il grande peccato capitale di Simone Inzaghi, non essere riuscito a studiare una soluzione tattica per sopperire a una eventuale assenza del croato. Proporre Vecino nella posizione di Brozovic nella partita più importante dell'ultimo periodo, è un azzardo che non ha pagato.

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LA DOMANDA - "L'abbiamo preparata bene", aveva detto il tecnico prima della gara. In realtà è stata forse la partita che Inzaghi e lo staff hanno preparato peggio. L'Inter vista col Torino solleva più di un dubbio. Innanzitutto c'è da lavorare e molto sull'approccio. Troppo spesso ci è voluto un gol degli avversari per destare dal torpore i giocatori. Quando sei in una lotta così serrata per lo scudetto, è una cosa che non puoi permetterti.

A volte ti può andare bene, come ieri sera, altre volte no (col Sassuolo per esempio). Sicuramente la gara col Liverpool ha tolto energie fisiche e mentali, ma non basta a spiegare una prova così opaca. Sei punti in sei partite sono lo specchio di una squadra che sembra essersi persa nei meandri della mediocrità. Ma è ancora lì, in piena corsa, nonostante tutto. "Se ci credi ti basta, perché poi la strada la trovi da te", cantava Edoardo Bennato. L'Inter e Inzaghi ci credono alla seconda stella? È questa la domanda fondamentale. La risposta la può dare solo il campo.

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