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Inter, il segreto della goleada rabbiosa. Dumfries ha chiarito una vicenda

Inter, il segreto della goleada rabbiosa. Dumfries ha chiarito una vicenda

L'analisi di Fcinter1908.it sul match vinto dai nerazzurri ieri pomeriggio al Meazza

Daniele Vitiello

La notizia più bella dopo una sconfitta immeritata è la possibilità di rifarsi dopo appena tre giorni. Nella testa di un team vincente c’è soltanto l’idea di tornare in campo per scaricare la rabbia sul prossimo avversario. Chiunque esso sia. L’Inter ha approfittato della chance concessa dal calendario e, tornata al Meazza dopo circa un mese, ha disintegrato una delle rivelazioni di questo inizio di campionato. Perché sì, è bene ricordarlo: il Bologna è arrivato a Milano ieri con gli stessi punti in classifica dei nerazzurri e con un gol subito in meno. Per cui, eventuali tentativi di sminuire la sontuosa prova della banda di Inzaghi sarebbero ancora più ridicoli.

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Già mercoledì nel post partita la squadra aveva dato la sensazione che quello schiaffo inatteso avesse solleticato il proprio killer instinct. L’ha incattivita e non poteva essere altrimenti. Il risultato è stata la goleada rifilata all’ex Mihajlovic senza alcuna pietà. Una gara diretta magistralmente, instradata da subito sui binari dei tre punti e condotta al capolinea con l’autorevolezza tipica dei campioni d’Italia. L’Inter non si è accontentata dei tre punti, ma ha voluto mandare un chiaro messaggio alle avversarie. Era l’unica risposta possibile ai mormorii degli ultimi giorni.

Il punteggio tennistico del Meazza rinnova le certezze dei nerazzurri e regala nuova linfa. Fondamentale è stato l’apporto di Dumfries, spinto dall’euforia di San Siro ad ogni sgroppata. L’olandese, migliore in campo alla sua prima da titolare, ha sfornato giocate di grande livello e chiusure precise, chiarendo i motivi per i quali Inzaghi ha chiesto questa estate alla dirigenza di attendere prima di chiudere per Nandez e fare il possibile per portarlo a Milano.

Se lo zoccolo duro non fa più notizia, è stato confortante costatare la qualità della manovra offensiva anche in assenza di Calhanoglu. Merito delle geometrie volute dal tecnico, ma anche del feeling mostrato dai nerazzurri là davanti. Il modo migliore per sprigionare fantasia e talento, viaggiando sulle ali dell’imprevedibilità. Una costante finora, dal Genoa al Bologna. Era successo anche col Real, sfortuna e imprecisione sotto porta avevano vanificato tutto. Ma quello schiaffo è già archiviato.

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