Intervistato dal Corriere della Sera, il neo arrivato Geoffrey Kondogbia ha parlato della sua nuova avventura in nerazzurro e del futuro:
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Kondo: “Prezzo? Non ho pagato io. Paura? E di che? Inter è forte, lotteremo. Voglio…”
Intervistato dal Corriere della Sera, il neo arrivato Geoffrey Kondogbia ha parlato della sua nuova avventura in nerazzurro e del futuro: Tatuaggi non ne ha. I capelli hanno un taglio normale e il colore naturale. Parla piano e non è seccato come...
Tatuaggi non ne ha. I capelli hanno un taglio normale e il colore naturale. Parla piano e non è seccato come sembrano, o vogliono apparire, tanti suoi colleghi. Geoffrey Kondogbia non ha voglia né bisogno di fare colpo. A 23 anni è l’elogio della normalità, quindi impressionante. «Me lo dicono che sono posato, ma perché, come dovrei essere?».
Lei è costato 30 milioni, le mette pressione o le dà maggiori stimoli? «A me non cambia proprio niente, non ho pagato io. Non mi mette nessuna pressione e non mi aggiunge stimoli. Poi so che le aspettative su di me sono alte, come pure la fiducia del club nelle mie potenzialità. Certi prezzi però ormai sono comuni a questi livelli». Anche se siete differenti, viene paragonato a Pogba. Che giocatore è Kondogbia? «Diverso da Pogba, non c’entro granché con lui. Siamo simili a livello fisico, ma questo è quanto. Ho la mia personalità e le mie caratteristiche di gioco. So legare bene la difesa all’attacco e mi piace partire dal basso per arrivare davanti».
L’Inter quest’anno non può sbagliare, quale obiettivo si è dato?«Una progressione personale continua. Ho tanti margini di miglioramento e l’Italia è in questo momento la tappa migliore per crescere. È importante per me stare qui, per la mia carriera e per la mia vita. Voglio raggiungere il massimo, diventare uno dei quei giocatori lì, quelli al top d’Europa e del mondo, che altro potrei o dovrei volere dalla mia carriera?».
Ha timore di non farcela, di non riuscire a realizzare quel che ci si attende da lei?«Non ho paura di niente. So di essere un giocatore di alto livello, sono cosciente di quel che sono, di che tipo di giocatore sono, ma pure di quel che mi manca. Ma paura no, proprio non ne ho».
Com’è la serie A di oggi vista da un giovane francese?«Un campionato di grande disciplina tattica e rigore. La vedevo da bambino con tanti campioni, Ronaldo su tutti, ma poi ce n’erano un’infinità: Zidane, Zanetti. Se ce la fai qui ce la fai ovunque e poi puoi giocare dappertutto. Non è facile. Però ho giocato una sola giornata, mi ci vorrà ancora un po’ per giudicarla per bene».
L’Inter deve centrare almeno la qualificazione in Champions, quale avversario la spaventa di più?«Qui non è una passeggiata, ma perché dobbiamo essere impauriti? Ma di cosa poi? Sì, ci sono molte squadre attrezzate, ma anche noi lo siamo. Non è semplice ma lottiamo per un posto in Champions League e perché no, anche per lo scudetto».
Mancini ha detto che lei in pochi anni diventerà uno dei più forti giocatori al mondo. Che rapporto ha con lui?«Riusciamo a dialogare bene, nonostante io debba fare progressi con l’italiano. Ma Mancini è chiaro con me, mi dice le cose, lo ascolto, lo capisco, mi piace. So cosa vuole».
Cosa manca a Kondogbia?«A leggere le statistiche, e in realtà è vero, mi manca essere più incisivo nell’ultimo passaggio, sull’assist. Lì devo migliorare e pure nelle conclusioni. Contro l’Atalanta ho tirato due volte in porta e la prima potevo fare meglio».
C’è qualcosa che invidia a un altro giocatore?«No, non sono così io. Non invidio niente a nessuno, mai. Sono riconoscente per quello che ho e ho tantissimo nella mia vita».
Com’è la sua vita oltre il calcio?«Ho Noam, mio figlio di due mesi, e la mia fidanzata con cui convivo. E sono credente, musulmano praticante».
Quindi farà anche il Ramadan? Pensa le creerà problemi con l’attività fisica?«È una questione di fede, c’è chi il Ramadan lo fa e chi no. Io lo pratico sì, ma non ha influenze negative sulla mia vita di calciatore. Cerco di adattare al meglio la mia fede alla mia professione e credo di riuscirci bene».
Francia e Italia sono due Paesi vicini ma diversi. Come si trova qui da noi?«In realtà non so ancora dirlo, tra tournée e ritiri non ho visto granché, ma non ci vedo grandi differenze. Credo però ci si possa trovare bene in qualunque parte del mondo, basta avere voglia di scoprire, di capire dove e cosa si sta vivendo e per cosa lo stai facendo».
Pensa si fermerà qui a lungo?«Se mi troverò bene sì. Se riuscirò a raggiungere i miei obiettivi e ad ambientarmi al meglio resterò. Devo vedere una progressione, una mia crescita. Ho voglia di imparare».
Sembra che sia ancora a scuola. Le piace studiare?«Con la scuola ho smesso a 18 anni. Però sì, amo leggere libri, soprattutto le biografie dei grandi personaggi sportivi e dei campioni in genere».
Di giovani campioni la Francia ne ha parecchi: lei, Pogba. La Francia sarà la squadra da battere agli Europei?«Siamo una buona squadra, con giovani promettenti, però bisogna sempre stare attenti e guardare le altre che sono molto forti».
Francia-Italia è un duello che rischia di ripetersi proprio all’Europeo. Chi è più forte delle due Nazionali?«Dovrei dire la Francia per appartenenza, ma non lo faccio perché se poi incontriamo l’Italia e perdiamo che figura ci faccio? Sono due buone squadre con ottimi giovani e in generale credo faranno bene. Poi spero che in fondo arrivi e vinca la Francia».
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