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La trattativa per convincere un tesserato ad allenarsi: Inter, è troppo! Tutto questo dimostra…

La vicenda legata a Mauro Icardi sta assumendo i contorni di una telenovela: il pensiero del direttore di Fcinter1908

Daniele Mari

Togliamoci il dente, così evitiamo di creare inutili fazioni: non me ne frega niente di Mauro Icardi, di Ivan Perisic, di Luciano Spalletti, degli argentini, dei croati, delle ripicche per la fascia di capitano. Non parteggio, non ho simpatie "politiche" in questa vicenda, non sono amico di nessuno dei protagonisti e non ho pregiudizi verso nessuno dei protagonisti di questa vicenda. L'unica cosa che mi sta a cuore si chiama Fc Internazionale Milano. Ed è l'unica, vera maltrattata di questa storia.

La telenovela Icardi sta diventando grottesca ed è bene che venga dato un taglio netto a questa situazione: stiamo assistendo ad una trattativa vera e propria per convincere un tesserato ad allenarsi. Enough is enough, direbbero in Inghilterra.

Mauro Icardi potrà persino avere le sue ragioni (dubito che un provvedimento come la fascia di capitano tolta derivi da qualche scaramuccia infantile all'interno dello spogliatoio) ma la misura è colma e il livello a cui siamo giunti è inaccettabile. Mauro Icardi da Rosario viene pagato 4,5 milioni di euro più bonus per allenarsi e giocare a calcio. Come dite? I soldi non giustificano le 'umiliazioni pubbliche'? Ma vi sentite? Che Dio mi perdoni ma devo prendere in prestito una frase di un noto tifoso juventino, Giampiero Mughini: "La fascia è di proprietà dell'Inter, sono stati loro a dargliela e sono stati loro a non ritenere più Icardi all'altezza di indossarla".

Preciso e puntuale. Mauro Icardi non può accampare alcuna pretesa sulla fascia di capitano, sceglie l'Inter a chi darla e i giocatori devono solamente accettare la decisione. Punto e basta. Non c'è una trattativa, non stiamo parlando di due soggetti paritari. Uno è il datore di lavoro, l'altro il dipendente. Uno decide, l'altro viene pagato per lavorare. E se vieni pagato 4,5 milioni di euro, beh le responsabilità sono maggiori. Lo stipendio conta anche quando si parla di doveri.

Mauro Icardi può fare tutte le sue guerre di religione. Contro Perisic, contro Spalletti, contro Marotta. Non mi interessa. Ma quando pone condizioni (pensate se ogni giocatore che si detesta con l'allenatore o parte dello spogliatoio facesse altrettanto) per fare il suo lavoro e si rifiuta categoricamente di indossare la maglia che tanto millanta di amare, passa automaticamente dalla parte del torto. Ha fatto tanto per l'Inter? Vero. Ma non è certo il primo e non sarà l'ultimo a farlo. E nessuno si è mai sognato di fare quello che sta facendo l'ex capitano.

Siamo passati dalla voglia di operarsi al ginocchio alla trattativa per giocare Inter-Eintracht. Segno evidente che questo dolore al tendine non sia poi così insopportabile. "Ve lo dico io quando torno ad allenarmi". Una frase di una gravità inaudita. Completamente irrispettosa del club che lo stipendia. E poco conta chi abbia ragione tra Icardi e l'allenatore. Icardi deve rispetto e senso del dovere all'Fc Internazionale. Non perché la ami ma per il semplice fatto che lo stipendia regolarmente.

La società eviti di tirare troppo la corda, nessun posto Champions (ammesso che il ritorno di Icardi sia garanzia di qualcosa) vale una figuraccia di queste dimensioni. Tratti con diplomazia ma senza farsi prendere per il collo ulteriormente. Perché se c'è una cosa, una sola cosa che è emersa chiaramente in tutta questa storia è che la decisione di togliere la fascia di capitano a Icardi è stata la decisione più giusta mai presa dalla società Inter in questi ultimi anni.

Questa stucchevole, e per certi versi nauseante, telenovela dimostra che l'ex capitano non era assolutamente in grado di rappresentare il club che lo paga profumatamente. Io non so se nella faida interna abbia ragione Icardi o abbia ragione Spalletti (c'è più di una verità nascosta in questa vicenda), so che ha avuto ragione l'Inter. Non lo dimentichi.

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