FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

copertina

Lukaku: “Inter il club che volevo in Italia, tifosi unici. Conte importante. Il razzismo…”

L'intervista dell'attaccante nerazzurro concessa a Rolling Stone

Marco Macca

Una lunga intervista, concessa a Rolling Stone Italia, per raccontare più di se stesso, del suo personaggio. I suoi aspetti più intimi e personali. Ma per raccontare anche il calciatore, l'attaccante letale che Antonio Conte ha tanto desiderato per la sua nuova avventura nerazzurra. Romelu Lukaku è arrivato da poco all'Inter, ma ha già stregato tutti: 2 gol nelle prime 2 partite con la casa interista addosso, ma anche tanto altro. Un ragazzo solare, già ben voluto da tutti, tifosi compresi. Dall'inchino dopo il gol contro il Lecce, il popolo nerazzurro lo ha adottato come nuovo idolo e lui sembra estremamente felice di far parte della famiglia Inter. Ecco le sue dichiarazioni:

PERCHE' L'INTER - "L'Inter? Prima di tutto, è una scelta che riguarda lo sport. L'Inter era il club per cui volevo giocare qui in Italia e l'allenatore è stato un altro fattore importante per la mia scelta, oltre al fatto che sapevo che la squadra aveva degli ottimi giocatori. Ma anche da un punto di vista familiare è stata una buona scelta, perché mio fratello è già qui. Penso che l’Italia sia un bel posto in cui vivere, sono una persona a cui piace scoprire diverse culture: non solo giocare in differenti campionati di calcio, ma apprendere culture differenti. Per questo sono molto felice di essere qua".

NOT FOR EVERYONE - "Lo slogan secondo me è perfetto per il club, perché i tifosi dell’Inter sono estremamente fedeli, e non è una cosa da tutti. Il tifo per questi colori si tramanda di generazione in generazione: ogni partita lo stadio è pieno, sempre le stesse persone sugli stessi seggiolini. Ed è bellissimo fare parte di tutto ciò, di un club amato in maniera così sincera dalla propria gente".

INCHINO - "Sin da quando ho firmato per l’Inter, c’era davvero tanta gente eccitata dall’idea del mio arrivo. Mi contattavano, mi mandavano messaggi diretti su Instagram, quando sono arrivato a Milano per la prima volta da Bruxelles c’era un sacco di gente che era lì per me. Da subito mi hanno incoraggiato, hanno gridato il mio nome. Con quel gesto volevo semplicemente ringraziarli per il supporto che mi hanno dato da quando sono qua. La prossima volta farò un'esultanza che la gente possa riconoscere come mia, ma di certo l'inchino tornerà".

RAZZISMO - "Penso che sia stata una grande cosa da parte del club lanciare una campagna come BUU – Brothers Universally United. E se vorranno il mio contributo, glielo darò. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri oggi sono sul campo da calcio, per aiutare i miei compagni a vincere. Lasciare il campo? No. Ma penso che debba prendere posizione, quello sì. Perché il razzismo è qualcosa a cui bisogna rispondere. Guarda l’Inghilterra, dove nelle ultime settimane sono successe diverse cose a giocatori del Manchester United e del Chelsea: la questione va affrontata. Il calcio è qualcosa di internazionale, multiculturale. Se vuoi davvero attirare i migliori giocatori del mondo, devi accoglierli a braccia aperte, perché a loro volta gli atleti devono adattarsi alla cultura in cui arrivano. Quindi è fondamentale non discriminare, e apprezzare quello che uno porta con la sua presenza".

FIERO DELLE ORIGINI - "Sono un fiero congolese… un fiero belga congolese. Sono molto fiero delle mie origini, del posto da cui vengo. A casa con mia mamma parlo la lingua dei miei genitori, il lingala, e a volte anche con mio figlio. Per me è molto importante tenere vive le mie radici, non dimenticare da dove vengo. Se dovessi dire una personalità storica che mi sarebbe piaciuto incontrare è sicuramente Nelson Mandela, per via della sua storia, della lotta all’Apartheid che ha dovuto subire. Per quanto riguarda il mio Paese d’origine, invece, direi Patrice Lumumba (protagonista dell’indipendenza dal Belgio nel 1960 e ucciso nella lotta per il potere in Congo, ndr). Vorrei sapere tutto su di lui, su quello per cui ha combattuto".

MUSICA - "Sono un dj, ma per divertimento. Avevo un dj set a casa mia a Manchester, ma qui vivo in appartamento, quindi non so se con i vicini e tutto il resto potrò continuare a farlo. Però ho un piccolo dj set a casa di mia mamma e ora è nell'appartamento di mio fratello. Quindi, se i vicini non verranno a bussare alla mia porta, continuerò a mixare. C'è un mio caro amico belga che rappa, si chiama The Colour Grey, e gli ho chiesto di insegnarmi. Il rap è una figata, ma quello che interessa a me è il beat, il suono".

JAY-Z - "Per me lui è tutto, è The Guy. Una super testa, è un mio grande amico. Dopo la mia prima partita con l'Inter ha dichiarato di essere molto felice per me. Lui mi aiuta in tutto ciò che non riguarda lo sport, visto che il mio agente calcistico è Federico Pastorello. Si occupa del mio marketing, su come posso migliorare fuori dal campo. Il suo contributo è grande".

(Fonte: Rolling Stone Italia)

tutte le notizie di