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Marotta: “Lautaro? Solo la clausola. Icardi, bene così. Sensi resta, Tonali si può. Cavani…”

L'amministratore delegato nerazzurro parla dei progetti futuri al Corriere della Sera: "Zhang vuole l'Inter di nuovo in alto"

Alessandro De Felice

L'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Una lunga chiacchierata in cui il dirigente del club nerazzurra ha parlato degli obiettivi del club e del mercato con la vicenda Lautaro e i possibili arrivi.

Tra i temi trattati c'è la polemica tra il presidente Steven Zhang e il numero uno della Lega di Serie A Dal Pino: "Zhang ci aveva visto lungo. La polemica è stata forte, dettata da un sentimento di paura e protezione verso dipendenti e giocatori. Non dimentichiamo che saremmo andati a giocare Juventus-inter a porte aperte".

L’obiettivo dell’inter?

"Quello di prima, essere protagonista: con 13 gare può succedere di tutto".

Icardi venduto per 58 milioni: non è un po’ poco?

"Icardi non faceva più parte del nostro progetto. Dovevamo trovare una sistemazione soddisfacente per lui e noi: è stato fatto. Il finale è stato assolutamente gradevole".

Lo «sconto coronavirus» non si poteva proprio evitare?

"Toglietevi dalla testa operazioni alla Neymar dove tra cartellino e ingaggio spendi 500 milioni. Quelle sono situazioni oggi utopistiche".

Ci sarà un’operazione Lautaro-Barcellona?

"Lautaro rappresenta un punto di riferimento importante per l’inter, non abbiamo necessità di venderlo. C’è una clausola di 111 milioni che scade il 7 luglio: è l’unico strumento per arrivare a una cessione. Il giocatore può aspettare e crescere con l’Inter".

Lautaro vuole il Barça.

"Ci confronteremo con lui, dobbiamo fargli capire che una possibilità del genere si può ripresentare in futuro, quando sarà più pronto".

A che punto è l’inter che ha in mente Marotta?

"Abbiamo aggiunto pedine importanti: l’allenatore e alcuni giocatori, a gennaio anche Eriksen. L’inter ora ha grande visibilità e fascino. Abbiamo l’appeal degli anni migliori".

Eriksen resta un punto di domanda.

"Non è un interrogativo, è un buon giocatore. Conte troverà la giusta collocazione".

Nainggolan, Perisic, Sensi. Chi va, chi resta?

"Abbiamo un obbligo: non possiamo deprezzare il valore dei nostri giocatori. Valutiamo tutto con l’allenatore. Sensi vogliamo tenercelo".

Coppa Italia e Europa League: si possono vincere?

"Partecipiamo per essere protagonisti. La Coppa Italia è più vicina come visione, l’Europa League più ambiziosa".

Si è parlato molto di Cavani, Chiesa, Tonali. Che tipo di giocatori cerca l’inter?

"Calciatori pronti, ma i giovani italiani sono un obiettivo importante. Poi ci sono le valutazioni di mercato. Chiesa ne ha una impegnativa, siamo distanti. Su Tonali c’è più facilità di confronto".

Il suo sogno nemmeno segreto resta Dybala?

"È uno dei più grandi talenti. L’anno scorso c’erano sensazioni per poterci arrivare. Oggi è proiettato a diventare un grande leader della Juve".

Conte è così impegnativo anche per un dirigente esperto come lei?

"È un grande professionista, dedica tutto al lavoro, ha passione, amore e ha doti eccelse. Con queste premesse è tutto più semplice. Le dinamiche le indica lui. Ha sempre avuto rispetto per me, il club e la proprietà: ci darà grandi soddisfazioni".

L’anno prossimo l’obiettivo dell’inter è spodestare la Juve e vincere lo scudetto?

"Vogliamo alzare l’asticella e il livello qualitativo del gruppo Inter".

Le ambizioni e i valori di Marotta e dell’inter?

"Ho lavorato in tanti posti, se guardo le ultime due esperienze ci sono principi che uniscono Agnelli e Zhang: il grande senso di appartenenza, della vittoria, della cultura del lavoro e c’è passione. Anche l’inter oggi li ha: l’ambizione è tornare più in alto".