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Calhanoglu+Mkhitaryan, mediana di qualità e l’Inter vola. E Barella non si ferma più

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Inzaghi ha ripensato il centrocampo dell'Inter, affidandosi ai piedi buoni. E sono cominciati ad arrivare i risultati

Andrea Della Sala

L'assenza di Brozovic sembra essere ormai un lontano ricordo. Inzaghi ha ripensato il centrocampo dell'Inter, affidandosi ai piedi buoni. E sono cominciati ad arrivare i risultati.

"Così l’allenatore dell’Inter ha dovuto ridisegnare la mediana nel momento più delicato, quando sembrava sull’orlo di un burrone: in quello stesso attimo è cambiato il volto della stagione. Serviva un nuovo regista per la serata più difficile, quella di San Siro contro il Barcellona, e mai scelta fu più azzeccata. La cara vecchia “mossa Pirlo” ha avuto come conseguenza l’ingresso sul centrosinistra di Mkhitaryan e la conferma di Barella sul centrodestra. Un concerto di piedi buoni tutti insieme, tutti nello stesso attimo e in campo è cambiata la musica", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Se si esclude la partita di Reggio Emilia è sempre arrivata almeno una rete firmata dal nuovo centrocampo. Il turco si è scoperto un regista di lotta e di governo davanti ai maestri del palleggio venuti dalla Catalogna e poi ha mantenuto quel livello nelle partite successive. L’armeno ha diviso un po’ alla volta le consegne col compagno, dal dettare i tempi dell’azione a quelli della pressione. Che l’acquisto a zero dalla Roma fosse azzeccato era abbastanza chiaro, ma Mkhitaryan si sta confermando alle altezze dei migliori della A: è uno dei quattro centrocampisti coinvolti in almeno 50 gol in A nelle ultime quattro stagioni". 

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"La gestione di Calha e Micki, un gol a testa in questo pezzetto felice di stagione, non solo asseconda più velocemente il movimento delle punte, ma aiuta Barella nelle scorribande. Gli scalpi di Nicolò crescono, quindi, di partita in partita: dopo Barcellona e Salernitana, pure Firenze. Barella non è solo il capocannoniere della mediana di Simone, ma un punto di riferimento europeo del genere, ancor di più dopo la prestazione da piccolo gigante nel Camp Noi. Le mani che mulinavano in aria per lamentarsi o per rimproverare sono tornate saggiamente al loro posto: basta teatralità, solo energia positiva", chiude Gazzetta.

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