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Medo, dai machete al Partizan Belgrado passando per…Kallon. E la Fifa…

C’è un giocatore del Partizan che ha una storia particolare, fatta di sofferenza e privazioni. Lui è Mohamed “Medo” Kamara, ed è nato a Bo, piccolo villaggio a 100 km dalla capitale Freetown, capitale della Sierra Leone,...

Lorenzo Roca

C'è un giocatore del Partizan che ha una storia particolare, fatta di sofferenza e privazioni. Lui è Mohamed "Medo" Kamara, ed è nato a Bo, piccolo villaggio a 100 km dalla capitale Freetown, capitale della Sierra Leone, addormentato tra le riserve naturali Kangari e Kambui. Il suo Paese è un tripudio di violenza, dove regna l'assenza totale di libertà. La realtà è fatta di agguati, aggressioni, mutilazioni a colpi di machete, bambini strappati alle sporadiche scuole o mentre giocano con i coetanei e vengono costretti ad entrare nel Ruf, il Fronte Rivoluzionario Unito, per diventare assassini di professione. Medoper fortuna ha avuto l'occasione di lasciarsi alle spalle tutto questo, dopo aver perso entrambi i genitori, trucidati dai ribelli: «Mi sono davvero lasciato alle spalle cose terribili. Il calcio mi ha dato una speranza. Pensate che quando avevo 14 anni sono stato reclutato dall'FC Kallon, squadra di proprietà dell'ex interista Mohamed. Il giorno del sorteggio mi sono messo a ridere...». Quelli del Ruf non hanno gradito questa passione e Medo è stato costretto ad agire diversamente.Dopo un torneo Under 17 disputato in Finlandia, Medo e alcuni suoi compagni chiesero l'asilo politico che venne concesso ma la Fifa non diede loro il permesso di giocare a calcio. Dovettero quindi aspettare un anno per poter firmare un contratto con una squadra finlandese. Nel 2010 è stato eletto giocatore dell'anno in Finlandia e in estate passa al Partizan, portandosi nella borsa la felicità di chi sa di aver ricominciato a vivere.