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Nuovo stadio: l’Inter studia altre due zone. Però…

Gira nell’aria ormai da tempo, l’ipotesi che Milano possa avere presto un altro stadio. Ora, sembra che la burocrazia si stia mettendo di traverso tra Inter e Milan. Ora, la situazione sembra ben delineata; il Milan ha presentato un’offerta...

Riccardo Fusato

Gira nell’aria ormai da tempo, l’ipotesi che Milano possa avere presto un altro stadio. Ora, sembra che la burocrazia si stia mettendo di traverso tra Inter e Milan. Ora, la situazione sembra ben delineata; il Milan ha presentato un’offerta ufficiale per costruire l’impianto sull’Area Expo, dando di fatto all’Inter 30 giorni per replicare.

Ma, a differenza di qualche tempo fa, i nerazzurri, nella persona del loro presidente, non sembrano avere più lo stadio come prima necessità e quindi, secondo la Gazzetta dello Sport, non presenteranno nulla ad Arexpo. Il Milan, pur avendo già presentato l’offerta potrebbe addirittura cercare nuove aree per realizzare lo stadio entro il 2020.

Ma come mai questa inversione di tendenza? A differenza dell’operazione compiuta a Torino con lo Stadium, dove la Juve ottenne dal Comune per 25 milioni la concessione del diritto di superficie per 99 anni, accollandosi solo i 120 milioni della costruzione, a Milano i suoli di Expo sono in vendita. E non potranno essere concessi con formule diverse: questo significa che definito l’investimento globale lieviterebbe oltre i 300 milioni. Costringendo Inter e Milan a guardare altrove. Ciò non esclude che Inter e Milan possano considerare il progetto in aree alternative. I rossoneri hanno fatto un sondaggio a Sesto San Giovanni, i nerazzurri tengono chiuse nel cassetto le «vecchie» soluzioni di San Donato e Assago, scartate perché i terreni andrebbero bonificati, con spese folli. Ecco perché oggi la certezza rimane l’intramontabile San Siro.