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Pastorello: “Lukaku-Chelsea, c’è stato un problema. Ama l’Inter ma figuriamoci se…”

Lukaku intervista Pastorello Inter

I rumors su Romelu Lukaku e l’Inter, ma non solo. Il noto agente Pastorello ha concesso una lunga intervista a La Repubblica oggi

Alessandro Cosattini

I rumors su Romelu Lukaku e l’Inter, ma non solo. Il noto agente Federico Pastorello ha concesso una lunga intervista a La Repubblica oggi. Ecco le sue principali dichiarazioni in vista della prossima finestra di mercato.

Federico Pastorello, uno dei più attivi agenti del mondo. Il prossimo sarà il primo vero calciomercato post pandemia, il City ha appena annunciato l'acquisto di Haaland. Che estate dobbiamo aspettarci?

“Saranno proprio gli attaccanti a movimentare il mercato, non c’è solo Haaland. L’anno scorso tanti club cercavano un numero 9 e non sono riusciti a prenderlo. Non è un segreto: ne cercano Barcellona, Atletico Madrid, uno lo prenderà il Real. Se dovesse prendere Mbappé, anche il Psg cercherebbe una punta. In Italia: il Milan, vista l’età dei suoi attaccanti, credo cerchi un centravanti. L’Inter dovrà capire che fare: ha due grandi attaccanti, ma uno ha una certa età, l’altro sembra interessare il mercato. Il Bayern può perdere Lewandowski, il Tottenham Kane. Poi c’è chi come il Chelsea l’attaccante ce l’ha ma la situazione è molto particolare...”.

È Lukaku, che lei rappresenta. Cosa succede a Romelu?

“Per i parametri del trasferimento, nessuno poteva aspettarsi una situazione così. Non discuto le scelte tecniche, ma è ovvio che c’è stato un problema. I numeri però vanno pesati: è il miglior marcatore della squadra, con un minutaggio basso rispetto ai compagni. La situazione va valutata con attenzione, ora c’è da difendere il posto in Champions, c’è la finale di Fa Cup: Romelu è concentrato su questo, non abbiamo parlato di altro”.

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Ha letto di chiamate con l'Inter?

"Tanto rumore per nulla. Ha nel cuore il club e i tifosi, non l’ha mai nascosto come l’amore per l’Anderlecht dove vorrebbe chiudere la carriera. Ma non possiamo ipotizzare trattative: il Chelsea ha definito la cessione del club, non conosciamo gli interlocutori, figuriamoci se possiamo ipotizzare discorsi con Inter o Milan. Bisogna aspettare".

Al Chelsea lei portò Conte, ora al Tottenham. La sua inquietudine non rischia di penalizzarlo?

"Lui è ossessionato dalla vittoria. Questo lo ha reso tra i più vincenti in circolazione, ha l'abilità di cambiare la mentalità di una squadra, ma è ovvio che in Premier non vinci solo con questo. A volte Antonio appare un allenatore difficile: ma se fossi un ds non vorrei uno che mi fa vivere bene ma che mi fa vincere. L'ho sentito molto soddisfatto della squadra, lo segue: credo che al 60-70% resterà".

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Sempre più spesso calciatori importanti vanno via a parametro zero: qual è la causa?

"È uno degli effetti della pandemia. Molti club stanno ridimensionando gli stipendi: per anni si è esagerato con stipendi da 4-5 milioni anche a giocatori forti, ma non campioni assoluti. L'effetto è che adesso questi non prenderanno più certe cifre".

C'è un problema di poca considerazione dei giovani italiani?

"Dico una cosa contro i miei interessi: il decreto Crescita ha ammazzato il calcio italiano, oggi conviene andare a prendere uno straniero in Olanda che un under 21 italiano. Gestisco i fratelli Esposito: Sebastiano è dovuto andare in Svizzera per trovare continuità, Salvatore, un titolare dell'U21, è relegato in Serie B. Giocatori così dovrebbero avere zero problemi a trovare spazio in Serie A. Ma non è colpa dei club: se ti fanno pagare un ristorante stellato come una trattoria, che fai? È una grave responsabilità della politica in Italia e del calcio italiano".

Come si risolverà la questione Acerbi? Attorno a lui c'è un clima tesissimo.

"La situazione è difficile da sostenere già da tempo: era un pilastro, ora vengono toccati aspetti della vita personale in modo ingiusto, è un professionista esemplare, che cura tantissimo se stesso, l'alimentazione, per essere sempre al top. Il gol allo Spezia non è casuale, lui è forte di testa, nel fisico. A fine stagione ci confronteremo col club: lavorare in questa situazione può essere complicato".

Bernardeschi è in scadenza a giugno: rinnoverà con la Juventus o è una situazione alla Dybala?

"Non commento situazioni di altri giocatori. Ma non ho mai avuto la percezione che Federico non fosse riconfermato. Magari c'è un gioco delle parti e possono darti la sensazione di non essere così importante nel progetto. Ma con la Juve il dialogo per il rinnovo è aperto. La sua priorità è rimanere. Poi, è normale che debba aprire ad alternative, che ci sono: lui non si immagina in un club che non sia un top club. La Juve lo è, ce ne sono però anche altri".

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Quale operazione potrebbe alzare il livello del campionato italiano?

"Una star, giocatore o allenatore. Mourinho è uno che sta facendo bene al movimento calcio in Italia, una grande mossa dei Friedkin e del gm Pinto. Ha riportato un entusiasmo che mancava dalla Roma di Spalletti. E la proprietà sta investendo per farlo competere. Quando c'era Ronaldo, tanta gente di altre squadre andava allo stadio contro la Juve per vedere lui. Ma nomi così stanno in una mano".

Che effetto le ha fatto la scomparsa di Raiola? Un collega che ha cambiato molto il vostro mondo.

"Mi ha rattristato molto: non avevamo un rapporto stretto, c'era rivalità, ma era anche un grande stimolo professionale: mi ha portato via un paio di giocatori, un paio li ho presi io a lui. Ha caratterizzato l'essere agente, ha rotto gli schemi, anche per il look. Mancherà tanto".

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