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Pellegrini: “Thohir è venuto a casa mia. Ecco chi comprerei, mentre Berlusconi…”

Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter, ha concesso una bella e lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport, raccontando alcuni aneddoti passati:  “Ho iniziato a seguire il calcio a 14 anni, quando Redegalli, figlio...

Alessandro De Felice

Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter, ha concesso una bella e lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport, raccontando alcuni aneddoti passati: 

"Ho iniziato a seguire il calcio a 14 anni, quando Redegalli, figlio del nostro maniscalco, esordì nell’Inter. Da allora, l’Inter è la mia squadra e non smetto di seguirla a San Siro. Il mio primo idolo è stato Skoglund, uno svedese dal dribbling fulminante che incontravo in piazza Mercanti. Sapevo che il lunedì andava lì a farsi lucidare le scarpe e così gli chiedevo l’autografo. La prima volta a San Siro? Avevo 13 anni, era l’Aprile del 1954 e si giocava Inter-Juventus che valeva per lo scudetto. Vinse l’Inter 6-0, ma non riuscii a vedere nemmeno un gol perché lo stadio era talmente affollato che non fu possibile entrare. L’idea di comprare l’Inter mi venne perché volevo farmi conoscere al grande pubblico e nel 1980 scrissi un’accorta lettera al presidente Fraizzoli, sottolineando che ero il proprietario dell’albergo di Villar Perosa dove andavano in ritiro i giocatori della Juventus, ma il mio cuore era nerazzurro. Fraizzoli mi convocò, mi prese in simpatia e mi fece entrare nel consiglio. Poi diventai vicepresidente e nel 1984 presidente. L’orgoglio più grande è stato quello di aver gestito il club senza aver mai fatto perdere una lira ai consiglieri e ai piccoli azionisti, perché le perdite sono sempre state assorbite dalla mia azienda. Con un pizzico di vanità, infine, ricordo l’applauso dei giornalisti quando annunciai, in una improvvisa conferenza stampa, che avevo preso Bergkamp e Jonk dopo un blitz segreto ad Amsterdam. Ma il giocatore al quale sono rimasto più legato è Rumenigge, il primo grande acquisto, che purtroppo non potrà essere presente alla festa alla Scala perché influenzato. Una cosa che invece rimpiango è il non aver fatto entrare in società due ex giocatori che stimavo molto, come Boninsegna e Bertini. Berlusconi? Nel 1994 stavo attraversando il momento più difficile della mia vita, lui, di suo pugno, mi scrisse un messaggio di incoraggiamento che si concludeva con un clamoroso “Forza Inter”.

Pellegrini arriva poi alla stretta attualità: "Thohir? Con lui ho un buon rapporto, di recente è anche venuto a casa mia e fin dal primo incontro ho provato stima e simpatia nei suoi riguardi". Scudetto? Il secondo tempo di Napoli ha dimostrato la forza della squadra ed il carattere mostrato da Mancini. Ora penso che possa lottare per lo scudetto. Un giocatore della mia Inter che vorrei regalare a Mancini? Un leader come Mattaheus non sarebbe male, no? Mentre se fossi il presidente e Ronaldo avesse davvero seri dubbi sulla permanenza a Madrid, allora sognerei il portoghese. Andrei a parlargli, chi si chiama Ronaldo è nel destino dell’Inter".