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Pirelli racconta Gabigol: “Tutta la sua storia. Dal 26/5/2013 al destino Inter”

Il noto sponsor nerazzurro ha accolto con entusiasmo la scelta di Suning di portare a Milano il giovanissimo brasiliano

Dario Di Noi

E' stato il giorno della presentazione ufficiale di Gabigol, tenuta all'Auditorium Pirelli di Milano. La nota azienda di pneumatici sembra aver preso a cuore (e sotto la responsabilità dell'area marketing) il giocatore nerazzurro che è stato presentato in grande stile. Ausilio e Tronchetti Provera hanno fatto capire che è un sogno realizzato di un'Inter che vuole tornare ad essere grande. Da grandi piedi derivano grandi responsabilità, dunque, e al giovane Gabriel Barbosa è stato affidato il compito di guidare l'Inter del futuro. Pirelli lo dice anche in un comunicato stampa interamente in inglese pubblicato su Pirelli.com.

Questa la traduzione integrale di FCINTER1908.it:

SAN PAOLO - MILANO, SOLO ANDATA: GABIGOL STA ARRIVANDO

Da Parque Seleta a San Siro: la storia dell'ultima stella verdeoro che si è unita all'Inter

UN NOME CHE DICE TUTTO - Nel principio, c’era Ronaldo. O’ Fenomeno, quello de ‘La potenza è nulla senza il controllo’, del paso doble che ha stregato persino i migliori difensori del mondo. Poi è stato il turno di Adriano, l’Imperatore che prendeva d’assalto la fascia sinistra e infilava gol. Poi c’erano Maicon e Lucio, i ministri della difesa dell’Inter nell’era del Triplete e gli ultimi rappresentanti di quel filo che collegava il Brasile a Milano, il Maracanã a San Siro, i raggi di sole che illuminano il Corcovado e la nebbia che avvolge Piazza del Duomo nelle prime ore del mattino. Fino ad oggi. Fino all’arrivo del nuovo figlio prediletto di San Paolo, dal famoso soprannome: perché Gabriel Barbosa è chiamato “Gabigol”, il che dice tutto ciò che serve dire su quello che è stato e sarà.

ESORDIO - A partire dai suoi successi con le giovanili del Santos, con qualcosa da dire dal 2004 al 2012, ha segnato un numero imprecisato di gol (non meno di 400) nell’Academia do Peixe, in cui è approdato dalla sua favela nativa, Parque Seleta, con la nomea di autentica leggenda del Futsal. E’ stato proprio nel corso di una partita di calcio a 5, all’età di 8 anni, che il leggendario Zico lo ha scoperto. In pochissimo tempo lo stesso Zico ha trovato un accordo con il papà, un fan accanito del Santos molto determinato nel non lasciare che suo figlio si stabilisse nella storica squadra rivale, il San Paolo, con cui esisteva già un progetto di accordo sul tavolo.

OCCHI PUNTATI -E così, non ci sarebbe voluto tanto tempo prima che i maggiori club europei iniziassero a raccogliere notizie su di lui: Paris Saint Germain, Real Madrid, Barcellona e naturalmente l’Inter, grazie alla sempre più stretta relazione tra Pirelli (main sponsor dei nerazzurri dalla stagione 1995/1996) e il Brasile, dove l’azienda è presente da 87 anni, ha quattro stabilimenti di produzione ed è la prima a risaltare alle mente dei maschi brasiliani appassionati di calcio.

NUMERI - Tuttavia, il Santos aveva grandi piani in testa per il ragazzo: nel 2012, il club fissa per lui una clausola da 50 milioni di euro, un record assoluto per un giocatore minorenne. La ragione è evidente: lui è l’erede di Neymar, che in quel momento sta per sbarcare in Europa. La consegna del testimone avviene il 26 maggio 2013: O’Ney ha da poco annunciato il suo passaggio al Barcellona e, in occasione della partita contro la Fluminense (conclusa con un pareggio, per 0-0), Gabigol fa il suo debutto in prima squadra. Ci sono voluti solo un paio di mesi per il primo gol che ha segnato i suoi inizi: un mancino velenoso nel 2-0 con cui il Santos batte il Vitoria, sei giorni prima del suo diciassettesimo compleanno. E questo è stato solo il primo passo che lo ha portato a minare il record di Neymar  in quanto a precocità: tra il 2013 e il 2016, 56 gol in 154 partite fra il Brasileirao, la Copa do Brasil e il Paulistao, torneo che il Santos ha vinto due volte consecutive nel 2015 e nel 2016. Nel 2014, l’1 febbraio, in una vittoria per 5-1 contro il Botafogo, Gabigol ha potuto siglare il gol numero 12.000 dei ‘meninos da vila’ nella storia della competizione.

TECNICA E POTENZA -Ne consegue che non ci sarebbe voluto tanto tempo perché lui diventasse uno dei giocatori più noti e famosi del Brasile: con il suo estro e con un mancino potentissimo al servizio di un fisico compatto (1,78 metri per 68 kg), nasce la fusione che crea quel giusto mix di tecnica e potenza che può permettergli di giocare praticamente ovunque sulla linea degli attaccanti. Tutte queste qualità (sommate ai suoi gol, naturalmente) avrebbero poi permesso a Gabigol di conquistarsi un posto nella Nazionale, innanzitutto il 29 maggio, durante una gara amichevole contro Panama, e poi per la futura edizione della Copa America, giunta al suo 100esimo anno. E anche nel corso del più importante torneo sudamericano per nazioni, avrebbe trovato il tempo di lasciare il segno nel 7-1 con cui il Brasile ha battuto Haiti.

LA SELECAO - Il Brasile, in ogni caso, sarebbe stato eliminato dalla fase a gironi del torneo, ma Gabigol avrebbe comunque trovato il modo per fare ammenda. Appena un mese più tardi, insieme a Neymar che nel Santos gli aveva passato il testimone, avrebbe iscritto il suo nome fra i protagonisti della prima medaglia d’oro olimpica nella storia del calcio brasiliano ai giochi di Rio. Quando, nella notte della finale contro la Germania, lo spettro del Maracanazo e del Mineirazo sono stati dissipati dalla gioia e dal sollievo di un intero popolo. Per Gabriel, la soddisfazione di una delle più alte forme di riconoscimento per uno sportivo: la consapevolezza di aver contribuito in modo decisivo con i due gol segnati alla Danimarca nel match - chiuso sul 4-0 - che ha permesso alla squadra di raggiungere i quarti di finale.

TALENTO - Al che è sopraggiunta la giostra del calciomercato con richieste da tutta Europa, sino all’affare con l’Inter, finalizzato il 30 agosto. Non poteva essere altrimenti: proprio come Pirelli - che da tempo è impegnata nella ricerca e nell’individuazione dei maggiori talenti e dei profili più idonei a cui affidare le future sorti della società - così l’Inter ha deciso di puntare su un giovane talento, con approccio a medio-lungo termine finalizzato allo sviluppo sportivo della squadra, in modo tale da dare loro la possibilità di crescere, migliorare e migliorare se stessi, nel calcio come nella vita, dal momento che il primo è spesso una metafora della seconda, con una delle più grandi comunità italiane all’estero a fare da ponte tra due paesi che sono così lontani e eppure così vicini l’uno all’altro.

INTER E ANIMA BRASILIANA -Un giovane ragazzo come Gabigol, che pur essendo cresciuto nella povertà estrema di una favela di San Paolo ha raggiunto uno dei più importanti stadi del calcio internazionale in virtù delle sue uniche capacità, incarna perfettamente questa filosofia. A lui, perciò, il compito di guidare l’Inter dal presente al futuro e non solo, con un soprannome che già racchiude in sé un programma a sé stante. Con Milano e il Brasile più vicini di quanto non si possa immaginare.

(Traduzione: FCINTER1908.it)